«Una fiera senza eventi rischia di morire»

L’appello del vicepresidente della Cciaa Madriz: «Ci costa 80mila euro l’anno, bisogna trovare il modo di sfruttarla»
Di Francesco Fain

Anche tenendolo chiuso costa più di 80mila euro all’anno fra tasse, costi fissi, canoni, bollette. Mantenere il quartiere fieristico di Gorizia è un impegno oneroso. Che diventa ancora più grande se consideriamo che l’area è largamente sottoutilizzata. Oggi assume le sembianze di un gigante intristito.

La Camera di commercio Venezia Giulia ne è pienamente consapevole. Tant’è che, attraverso il vicepresidente Gianluca Madriz, lancia un appello forte e chiaro: chi vuole utilizzare il quartiere fieristico, chi ha delle idee, si faccia avanti. Non bastano più le (poche) fiere organizzate nel corso dell’anno a “giustificare” il mantenimento di una struttura di quelle dimensioni. «Stiamo facendo il possibile e l’impossibile per contenere i costi - sottolinea Madriz -. Abbiamo affrontato l’argomento anche con il presidente Paoletti. È necessario utilizzare di più l’area fieristica. È una struttura del territorio, è a disposizione del territorio stesso e va sfruttata il più possibile con iniziative con caratterizzazioni diverse».

Madriz annuncia anche prossime “migliorie” in termini di accoglienza. Verranno meglio definiti gli ingressi e portati a termine alcuni dettagli per rendere meglio fruibile la struttura. «Alienare? Vendere i padiglioni? Non è assolutamente questa l’intenzione. Adesso, la struttura - annota Madriz - entra in un’ottica più ampia visto che è nata la Camera di commercio delle Venezia Giulia». Era il novembre 2012 quando scrivemmo che la Camera di commercio di Gorizia stava seriamente pensando di mettere in vendita (o al limite affittare) il quartiere fieristico di via della Barca. Troppo costoso mantenere quell'area immensa per organizzare una manciata di manifestazioni fieristiche all’anno. Il precedente presidente della Camera di commercio Emilio Sgarlata si spinse anche oltre e chiese ad un pool di esperti una perizia di stima: emerse che l’area ha un valore di oltre 10 milioni di euro. Ma non sarà questa la strada.

Da rammentare che, per utilizzare meglio e di più il quartiere fieristico, è in ballo un progetto della Fidal per creare campi indoor da utilizzare in particolare durante la stagione invernale, per atletica leggera, ma pure per basket e calcetto. Ma Madriz è tiepido. Per non dire freddo. «Realizzare una palestra multifunzionale all’interno del padiglione D, quello più grande, coinciderebbe con la conclusione della storia dell’area fieristica. In pratica, si andrebbe a snaturare un padiglione. Ci sono tante strutture non utilizzate a Gorizia che potrebbero essere impiegate con tale finalità...».

Qualcuno aveva anche abbozzato la possibilità di aprire una discoteca. «Ballare? Sì, ma solo attraverso utilizzi temporanei. Faccio un esempio: si possono organizzare eventi estemporanei tipo il “Ceghedaccio” ma non si può snaturare la destinazione d’uso che è quella di area fieristica».

Infine, c’è un altro elemento. Non secondario. Non c’è stato l’allineamento dei pianeti. A cosa ci riferiamo? La Camera di commercio “unica” è nata dalla fusione degli enti camerali di Gorizia e di Trieste e il quartiere fieristico, di proprietà della Cciaa, ospita esposizioni promosse da UdineGorizia fiere. Insomma, un... triangolo.

«UdineGorizia fiere ha un suo programma che nasce da un accordo siglato dal precedente presidente della Cciaa di Gorizia (Sgarlata, ndr). Ora, nell’ambito della Camera di commercio Venezia Giulia, dovremo avviare un ragionamento». E in che direzione andrà? «Prematuro dirlo. Vedremo», taglia corto Madriz.

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