Una Fondazione a sostegno dell’istituto

Il direttore generale lancia la proposta: «Può funzionare perché questa struttura è amata dalla città»
Foto Bruni 23.03.2015 Ospedale Burlo Garofolo
Foto Bruni 23.03.2015 Ospedale Burlo Garofolo

Una Fondazione a sostegno delle attività del Burlo. È l’idea che lancia il direttore generale Gianluigi Scannapieco per rendere ancora più stretto il legame tra la città e l’ospedale pediatrico proprio mentre quest’ultimo festeggia i 160 anni dalla fondazione. «La struttura del nostro bilancio - spiega Scannapieco - è costutuita in quota parte anche da fondi di charity che però incidono in misura molto limitata. Portiamo a casa stabilmente ogni anno con il 5 per mille della dichiarazione dei redditi all’incirca 600mila euro. Tanto per fare un raffronto, il Meyer, l’ospedale pediatrico di Firenze, raccoglie annualmente in questo modo all’incirca 4 milioni. Perché questa enorme differenza? Voglio riferire un aneddoto personale. L’ultima volta che ho preso un volo Ryanair da Treviso per Trapani le hostess, dopo le spiegazioni sulla sicurezza con tanto di salvagente e mascherina e dopo aver avvisato che erano a disposizione i panini, hanno concluso in questo modo: “Non dimenticatevi, se avete piacere, di donare un euro all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze”. Un fatto importante perché, se anche nessuno dei passeggeri avesse dato un euro, comunque tutti su quel volo e presumibilmente anche su tutti i voli Ryanair hanno appreso non solo che esiste un ospedale pediatrico in Toscana, ma anche che quell’ospedale è meritevole di avere delle donazioni e che ha legato il proprio nome a quello di una compagnia aerea della quale solitamente i passeggeri rimangono soddisfatti anche perché i prezzi sono bassi».

Cosa intende affermare con questo il direttore generale del Burlo? «Il Meyer ha la migliore Fondazione a supporto che esista in Italia - spiega - ma tutti gli ospedali pediatrici ne hanno una a incominciare dal Gaslini e dal Santobono. Ce l’ha pure il Cro di Aviano. Magari non tutte funzionano bene come quella del Meyer. Ma qui la Fondazione non c’è e quindi si impone una riflessione, non certo per mettere fuori un’ulteriore etichetta, dato che a volte le Fondazioni sono contenitori vuoti».

A Trieste secondo Scannapieco potrebbe funzionare: «Visto che ci sono tanto amore e tanta passione attorno al Burlo - esorta - costituiamo la Fondazione assieme a Trieste e alla Regione perché la città ora è orgogliosa del Burlo, ma lo amerà ancora di più se il Burlo si rafforzerà. La Fondazione potrebbe essere determinante in questo senso anche se bisogna preventivamente avviare un percorso di condivisione politica». I riscontri pratici non tarderebbero a farsi sentire. «Se devo fare una campagna per il 5 per mille devo farla io con il mio Urp - continua Scannapieco - mentre la Fondazione potrebbe avviare in modo molto più strutturato una vera e propria campagna di fund raising». Il Burlo ha infatti bisogno di due filoni di finanziamento: il primo riguarda l’assistenza e copre il 75% del bilancio, mentre l’altro 25% è finalizzato alla ricerca. (s.m.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo