Una nave fantasma costruita in Quarnero “vaga” in Atlantico

La strana storia della “Lyubov Orlova” costruita a Portorè È alla deriva con a bordo zero uomini ma centinaia di ratti
Di Andrea Marsanich
Zodiac-Boot nähert sich dem Cruise North Kreuzfahrtschiff Lyubov Orlova, Sunnshine Fjord, Baffininsel, Nunavut, Kanada, Arktis Objekte Reisen kbdig xsk 2009 quer am Amerika amerikanisch amerikanische amerikanischer amerikanisches Arktis außen Außenaufnahme aussen Aussenaufnahme Aussenaufnahmen Baffininsel bei Berg Berge bergig bergige bergiger bergiges Boot Cruise dem draußen draussen Fels Felsen felsig felsige felsiger felsiges Fjord Fjorde Fremdenverkehr Gewässer Gewaesser Gummiboot Gummiboote Kanada kanadisch kanadische kanadischer kanadisches Kreuzfahrt Kreuzfahrten Kreuzfahrtschiff Kreuzfahrtschiffe Landschaft Landschaften Lyubov Meer Meere Meeresarm Meeresarme menschenleer nähert naehert Natur niemand Nordamerika North Nunavut Orlova Reiseverkehr Schiff Schiffe Schlauchboot Schlauchboote sich Sunnshine Tag Tage Tageslicht tagsüber tagsueber Tourismus Touristik touristisch touristische touristischer touristisches Wasser Zodiac Zodiac-Boot
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FIUME. La nave fantasma di un cantiere in fallimento. Le cronache di questi ultimi giorni si stanno occupando dell’ex nave da crociera russa Lyubov Orlova, alla deriva da parecchi mesi nelle acque dell’Atlantico settentrionale, con a bordo zero uomini ma centinaia e centinaia di ratti probabili portatori di malattie. L’imbarcazione, che nel febbraio 2012 aveva mollato gli ormeggi in Canada a causa di una tempesta, vaga senza meta in mare aperto dopo decenni di onorata navigazione.

La Lyubov Orlova era venuta alla luce negli anni ’70 del secolo scorso, costruita nel cantiere navale Kraljevica (ex Tito) di Portorè, la località rivierasca pochi chilometri a est di Fiume. Ora il cantiere è stato dichiarato fallito e proprio di recente i suoi bacini di carenaggio sono stati trasportati allo stabilimento Brodotrogir di Traù, in Dalmazia. Quelli di 40 anni fa erano invece tempi di vacche grasse per uno tra i più antichi stabilimenti adriatici, fondato addirittura nel 1729. L’allora Unione Sovietica aveva ordinato al cantiere navale Tito di Portorè l’approntamento di otto navi passeggeri e merci, che avrebbero portato i nomi di altrettante attrici russe. A quei tempi il cantiere aveva 1500 dipendenti, che in media varavano ogni anno tre imbarcazioni. La prima nave della commessa sovietica fu la Maria Ermolova, scesa in mare nel 1974. Nei quattro anni successivi, furono varate le varie Maria Savina, Alla Tarasova, Lyubov Orlova, Olga Androvskaja, Olga Sodovskaja, Klavdija Elanskaja e Antonina Neždanova. L’ordinazione aveva riguardato l’armatrice Sudoimport di Mosca, a quei tempi il maggior partner sovietico dei cantieri croati. Si trattava di imbarcazioni gemelle, lunga ciascuna 100 metri, che potevano ospitare 200 passeggeri. Erano sospinte da motori costruiti al cantiere polesano Scoglio Olivi (Uljanik in croato) e potevano raggiungere la velocità di 17 nodi. Quattro solcano ancora oggi i mari. La lista delle sopravvissute non comprende la Lyubov Orlova. Nel 2010 la nave era stata sequestrata dalle autorità canadesi. Per due anni è rimasta nel porto di St.John's e quindi venduta ad una compagnia che doveva demolirla a Santo Domingo. Due anni fa, la Lyubov Orlova era stata presa in consegna da un rimorchiatore, ma durante la navigazione il cavo si era spezzato. Poi era stata recuperata ma di nuovo abbandonata. Ora galleggia sulle rotte atlantiche.

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