Una spada di Damocle su tutto il Lisert

Sempre più specie protette sui terreni artificiali rinaturalizzati. L’inizio con l’istituzione del Sic

L’insediamento dell’Adriastrade si trova nel cuore del Lisert, in via Grota del Diau Zot. A poca distanza, come si vede anche dalla foto a fianco, c’è lo stabilimento della Cimolai. Di fronte, rivolto al mare, la grande area verde nata con l’interramento delle zone a mare che sarebbero servite per la cassa di colmata. protratta verso il mare c’è anche la famosa zona Sic. Quasi di fronte un’altra area dove si fanno lavorazioni, si tratta della Gesteco, controllata dal Csim, che si occupa dello smaltimento di terra e soprattutto di fanghi che vengono dragati dai canali di accesso al porto e dal canale Est Ovest che porta al polo nautico del Lisert. Una zona industriale nata in maniera artificiale ma che a causa di intoppi burocratici e di una storia travagliata, condita anche da un sequestro, ha visto il trascorre degli anni con la natura e il verde che hanno preso il sopravvento. Alle spalle della Gesteco si vede il famoso stagno Enel (la vasca era stata scavata proprio dall’Enel) e attaccato (non si nota nella foto) il famoso canneto. È in questa zona che sono state trovate e si sono insediate specie altamente protette. Come la Moretta Tabaccata, il Falco di palude, il Tarabuso o lo Svasso cornuto. Tra gli ultimi arrivati ecco la Zeuneriana marmorata, ovvero il grillo zeunerino. Ed è sempre per questa rinaturalizzazione che è stata proposta dagli ambientalisti la protezione totale per l’area Sic, sito di interesse comunitario. È la zona più sudorientale dell’area, praticamente quasi metà della cassa di colmata, era una zona destinata all’ampliamento del porto e della zona industriale di Monfalcone. Erano gli anni Novanta quando per iniziativa di alcune associazioni ambientaliste la richiesta di istituire un Sic è stata recepita dalla Regione sulla scorta di una direttiva europea. Un vincolo ambientale dovuto alla presenza nella zona di alcune specie animali rare e protette. In realtà la zona da tutelare era un’altra, al di là del canale Locovaz, ovvero quella della foce del Timavo nel comune di Duino Aurisina, ma con «riflessi meritevoli di tutela» anche nel territorio monfalconese. Il vincolo arrivò su entrambe le aree in maniera estensiva. A nulla è valso il fatto che si trattasse di una zona ottenuta artificialmente con un intervento di bonifica a servizio del Lisert e dello scalo marittimo con terre di riporto non certo “vergini”. Ed ora a rischio sono proprio lo sviluppo industriale del Lisert e quello del porto. I timori di un tempo sono diventati realtà. (g.g.)

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