Università, “Premio Tarzia” a Ressani

Riconoscimento al dottorando per il suo progetto di ricerca su un processo più equo
Silvano Trieste 14/01/2014 Cerimonia solenne di consegna all'Avv. Giancarlo Ressani del premio Tarzia
Silvano Trieste 14/01/2014 Cerimonia solenne di consegna all'Avv. Giancarlo Ressani del premio Tarzia

Premio Tarzia al dottorando Giancarlo Ressani: suo, il progetto di ricerca per creare le condizioni affinché un processo diventi davvero un "giusto processo". Giuseppe Tarzia, scomparso improvvisamente nove anni fa, è stato uno dei maggiori studiosi del diritto processuale nel dopoguerra. Nel 1963, a soli 33 anni, era già diventato docente di diritto processuale; dieci anni più tardi divenne professore ordinario all'Università di Milano. E lì che la scuola processuale civile legata al suo nome ha lasciato un'impronta indelebile a una moltitudine di studenti, non solo italiani.

Proprio per la sua attenzione continua alla crescita dei giovani studiosi, sua moglie Rosaelisa Tarzia ha deciso di istituito una borsa di studio che è, ieri all'Università di Trieste, è stata conferita al dottorando Ressani, allievo di Lotario Dittrich, docente dell'ex facoltà di Girisprudenza tergestina che fu a sua volta allievo di Tarzia. Nelle vesti di coordinatore del corso di laurea in Giurisprudenza, il docente Fabio Padovini ha ufficialmente ringraziato l'idea della vedova Tarzia, «che consente oggi di favorire lo studio e la ricerca dei giovani meritevoli». Dittrich ha ricordato la figura di Tarzia, «eccezionale maestro, severo ma anche estremamente disponibile con gli alunni: con trecento pubblicazioni ha lasciato un'eredità internazionale che, con il mio modesto tramite, continua anche nell'ambito triestino».

Il progetto di ricerca appena premiato è la testimonianza di questa eredità. Grazie a questa borsa di studio, l'avvocato Ressani (che, dopo aver conseguito la laurea a Trieste oggi è dottorando in diritto processuale civile all'Università statale di Milano), ora potrà continuare ad approfondire il complicato rapporto tra azione civile e processo penale. «L'obiettivo del mio progetto di ricerca - spiega Ressani – è quello di assicurare sempre il risarcimento dei danni alla parte lesa, garantendo tempi processuali più veloci. Nel nostro sistema, la parte lesa da un reato può scegliere se chiedere un risacimento dei danni o solo in sede civile o solo in sede penale. Allo stesso tempo, il codice penale è finalizzato a capire se sussiste un reato e a punirlo, senza poter far riferimento a un sistema di prove che può invece essere utilizzato in sede civile. La mia ricerca tenta dunque anche di capire se le prove usate in un processo civile possono avere efficacia probatoria anche nel corso di un processo penale. Il tutto per garantire infine un processo pià giusto».

Elena Placitelli

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