Varchi chiusi di notte E i taxi se ne vanno dal park della stazione

A mezzanotte le porte della stazione ferroviaria di Trieste si chiudono. E capita che alcuni senzatetto, che vi trovano rifugio specie nelle serate più fredde, rimangano pure prigionieri all’interno. Chi è dentro è dentro, chi è fuori e fuori.
Ma la decisione di Centostazioni di sprangare tutti i varchi d’accesso alla struttura, per impedire che la stazione si trasformi in un dormitorio, arreca non pochi danni alla categoria dei tassisti. Che per protesta hanno deciso di togliere, dopo l’una di notte e fino all’alba, il servizio di parcheggio taxi accanto alla stazione. Perché all’1.30, quando il treno che ogni sera partendo da Roma, con cambio a Venezia, arriva a Trieste, i passeggeri sono costretti a uscire direttamente in via Gioia, a fianco del Silos, evitando così di imbattersi nel parcheggio dei taxi.
«Abbiamo già fatto le nostre rimostranze a Centostazioni - spiega Mauro De Tela, presidente della cooperativa Radio Taxi - affinché almeno il varco su viale Miramare resti aperto fino all’arrivo dell’ultimo treno, ma non siamo stati ascoltati».
«A questo punto - avverte - dei quattro parcheggi assicurati la notte, togliamo quello in stazione». I parcheggi garantiti fino ad oggi nelle ore notturne, oltre quello accanto alla stazione dei treni, sono quelli di via Gallina e di piazza Foraggi e nei fine settimana quello di piazza della Borsa.
Turisti, studenti e lavoratori che giungeranno a Trieste dopo la mezzanotte e necessiteranno di un taxi per arrivare a casa o in albergo si ritroveranno così necessariamente a pagare di più la corsa. Perché il taxi non si troverà dietro l’angolo. «Non capiamo perché oltre ad avere più rispetto per il nostro lavoro - osserva De Tela - non si pensi a fornire un servizio a chi arriva in città». Questa è l’ennesima denuncia di un sistema che a Trieste fa acqua da tutte le parti: tassisti che arrivano dalla vicina Slovenia a lavorare su un territorio che non è loro consentito, applicando tariffe inferiori rispetto a quelle dettate dal regolamento comunale. Eppoi furgoncini guidati da personale rumeno che attendono i passeggeri all’attracco delle navi.
Anche al recente arrivo della Carnival Destiny, i conducenti dei taxi triestini si sono visti soffiare decine di corse da rumeni e sloveni. «Ormai non ci sono più regole - valuta il presidente Radio Taxi - ma solo noi dobbiamo rispettare la legge».
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