Vascotto: duro colpo per la nautica

Ha una barca di 12 metri ormeggiata nel nostro golfo e alla notizia dalle misure annunciate dall'esecutivo che colpiscono le barche ha storto un po’ il naso. Vasco Vascotto, lo skipper e tattico italiano che ha vinto più titoli mondiali nella storia della vela non nasconde le sue perplessità.
Secondo il velista c'é una "sproporzione" nei provvedimenti: «E’ giusto dare il proprio contributo per risollevare l’Italia – spiega – ma in materia di nautica ritengo sia stato sbagliato l'approccio: standardizzare le barche per lunghezza e quindi tassarle in questo senso è sbagliato». Ci sono infatti barche di 12 metri che valgono 50mila euro e altre della stessa dimensione che valgono 800mila euro. E' come dire che sono uguali tutte le macchine lunghe 4 metri. «Andrebbe anche presa in considerazione – osserva - la differenza tra scafi a motore e a vela».
Lo skipper concorda sul fatto che sia giusto che tutti partecipino al risanamento dell’Italia e che l’adozione di certe misure da parte del Governo sia inevitabile ma teme che il provvedimento previsto per la nautica possa ottenere più effetti negativi che positivi. «Non vorrei che per far entrare nelle casse del Paese alcuni milioni di euro – afferma – si frenasse il mercato della nautica, l’indotto dei cantieri e i soldi dell’iva che deriva dalle compravendite dei natanti».
Meno incisive le ricadute che la manovra potrebbe avere nel compartimento sportivo, agonistico. «Chi pratica la vela come sport, a livello olimpico, - spiega Vacotto – non necessita di imbarcazioni che superino i 10 metri. Spesso però ad avvicinarsi a questo mondo sono ragazzi e ragazze che fin da piccoli vengono introdotti al mondo della vela dai genitori che li portano in barca, che in estate propongono una vacanza in crociera con la propria barca e così via». In pratica meno persone si potranno permettere la barca e più elitaria sarà la fetta di giovani che si avvicineranno al mondo della vela.
«Il valore di otto, nove metri a vela – conclude – non sono paragonabili a quelli di un’imbarcazione della stessa lunghezza a motore. La lunghezza, insomma, - conclude ironico – in questo caso non fa la differenza e non determina il lusso».
Laura Tonero
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