Velisti uccisi, voltafaccia del teste chiave

SEBENICO. Clamoroso colpo di scena al Tribunale regionale di Sebenico dove, dopo una pausa di cinque mesi, è ripreso il processo al controverso tycoon zagabrese, il 64enne Tomislav Horvatincic, alla sbarra perché accusato della tragica morte in mare dei coniugi padovani, Francesco Salpietro e Marinelda Patella. Il teste chiave, il diportista tedesco Klaus Fuchs, giunto per primo sul luogo della collisione quel 15 agosto 2011, nelle acque a meridione della località dalmata di Capocesto (Primosten), ha completamente modificato la deposizione data al giudice inquirente un giorno dopo la tragedia. All’epoca, il velista tedesco aveva riferito che Horvatincic non gli aveva assolutamente chiesto cosa fosse capitato ai due italiani, preferendo salvare il salvabile a bordo del suo motoscafo, il Santa Marina, che aveva colpito e addirittura scavalcato la barca a vela Santa Pazienza, uccidendo all’istante Salpietro e la Patella. Insomma un totale disinteresse di Horvatincic verso i due sventurati coniugi, uccisi mentre la loro imbarcazione procedeva tranquillamente ad una velocità non superiore ai 4,2 nodi.
Ascoltato nell’udienza di ieri, Fuchs ha fornito una versione completamente opposta al primo racconto, dicendo che Horvatincic si era interessato eccome alla sorte di Salpietro e della Patella: «Tremava tutto ed era in stato di choc – parole del diportista tedesco – ma ha avuto comunque la forza di chiedermi se potesse salire a bordo del mio gommone per tentare di soccorrere i due italiani. Purtroppo per i due diportisti non c’era più nulla da fare e visto che il fuoribordo di Horvatincic stava per colare a picco, abbiamo deciso di incagliarlo nel vicino isolotto di Barilac, evitando guai peggiori». La nuova versione di Fuchs ha insospettito e anche indispettito l’accusa, con la procuratrice statale lesta nel chiedere al velista tedesco: «Perché mai, signor Fuchs, ci fornisce ora una deposizione del tutto diversa, mentre prima aveva parlato di un Horvatincic che non aveva degnato di uno sguardo le due vittime?». Poi l’inevitabile domanda: «Tenuto conto della sostanziale modifica alla prima testimonianza, l’ha chiamato o contattato qualcuno dalla Croazia?». L’uomo ha risposto di non avere avuto alcun contatto in riferimento alla tragedia di quasi due anni fa, aggiungendo che in relazione alla sua prima deposizione sarebbero stati compiuti pesanti errori nella traduzione dal tedesco al croato, che avrebbero distorto gravemente la sua testimonianza.
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