Vertenza Burgo, battaglia sull’integrativo

Lungo confronto senza esito nella prima giornata di trattativa a Vicenza. Incubo salassi in busta paga. Oggi secondo round
Di Massimo Greco
Lasorte Trieste 25/11/15 - Duino, Cartiera Burgo, Presidio Lavoratori
Lasorte Trieste 25/11/15 - Duino, Cartiera Burgo, Presidio Lavoratori

La battaglia per la difesa del salario. O meglio di quanto resterà di esso al netto delle pesanti voci “assorbite” dalla solidarietà. Era prevedibile che, entrando nel vivo delle questioni concrete, il confronto tra Burgo e organizzazioni sindacali si accendesse. Quindi, classico inizio interlocutorio e per ora è stallo.

Perchè ieri a Vicenza il lungo incontro, durato dalle 10.30 di mattina alle 19.30 di sera, si è chiuso con un nulla di fatto e con un aggiornamento a stamane: alle 9.30 i sindacalisti torneranno nella sede confindustriale della città veneta per riprendere una dura discussione sul “quantum” i lavoratori della cartiera duinese dovranno lasciare sul terreno. E in cambio di cosa.

Il dibattito di ieri - secondo una ricostruzione dovuta essenzialmente a fonti sindacali - ha visto le parti fronteggiarsi a carte coperte e di numeri ne sono usciti pochi: è probabile che oggi il quadro si faccia più chiaro. Come le rsu cisline avevano previsto, Burgo intende cogliere l’occasione per una revisione radicale degli istituti contrattuali, integrativo compreso. Fino a un taglio del 50%.

I sindacati hanno risposto all’affondo in modo articolato: alcune parti del contratto di secondo livello, per esempio quelle collegate alle giornate di presenza, saranno inevitabilmente oggetto di modifica, mentre altre voci dovranno essere vagliate alla luce delle risposte che l’azienda sarà in grado di fornire in ordine a occupazione e riconversione. Anche perchè un contratto solidale, a fronte di un 40% di licenziandi da recuperare, rischia di trasformarsi in un sanguinoso salasso.

In altri termini, andrà valutato, una volta realizzato il passaggio dal “patinatino” al “cartoncino”nel presumibile giro di un biennio con appositi macchinari (in buona parte pagati dalla Regione Fvg), quanti degli attuali operatori della “linea 2” e dintorni (ricordiamo che in realtà i 153 esuberi sono il doppio degli addetti all’impianto) rivedranno lo stabilimento alle bocche del Timavo. A tale riguardo fonti sindacali prospettano una riduzione degli organici di fabbrica dagli attuali 372 a 330 unità.

Massimo Albanesi, che ieri sostituiva il segretario nazionale Paolo Gallo alla guida della delegazione Cisl, ritiene che l’accordo dovrà essere «il punto di equilibrio tra occupazione, solidarietà, integrativo. Nessuno dovrà vincere». Ma tutti dovranno sbrigarsi, perchè - ricorda lo stesso Albanesi - bisogna chiudere l’intesa entro Natale, se si vuole che il contratto di solidarietà possa scattare al 1° febbraio 2016.

Burgo, come sempre, parla poco e si è limitata a far filtrare che obiettivo aziendale è rinegoziare gli accordi integrativi per adeguare il costo del lavoro della “linea 3” (la superstite), ritenuto il più alto del gruppo, alla media del gruppo stesso. Punto.

Le previsioni del sindacato, riguardo l’esito dell’odierno aggiornamento, sono piuttosto caute e la definizione di un’intesa in giornata sembra improbabile. Si cercherà di ottenere da un’azienda arroccata indicazioni più precise da sottoporre poi alla valutazione assembleare. A Vicenza la delegazione Cgil era pilotata dal segretario nazionale della categoria Carrega, quella della Uil dal pari grado Di Francesco. Tutte e tre le sigle avevano seco le rappresentanze sindacali aziendali.

Per la parte datoriale sedevano al tavolo negoziale il responsabile delle risorse umane Montevecchi, il vice Simonato, il direttore dello stabilimento duinese Cottone. Le tensioni tra le organizzazioni sindacali maggiori, che avevano rannuvolato la vigilia, pare non si siano manifestate nel corso della prima giornata.

Da oggi a Natale mancano un paio di settimane scarse, per preparare le carte necessarie ad assicurare futuro al sito duinese: comincia il count-down.

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