Vetri di Murano, la resa Chiude il tempio di gadget e bigiotteria
invano di resistere. Incassi in calo e sempre più tasse»

Il primo segnale di allarme era stato lanciato, spiazzando un po’ tutti, la scorsa primavera. Adesso arriva l’ufficialità di una notizia che era nell’aria da alcuni mesi. Lo storico esercizio del centro cittadino “Vetri di Murano”, in via delle Torri, chiuderà i battenti il prossimo 28 dicembre.
Un altro marchio che rappresenta una buona fetta della storia commerciale triestina, l’ennesimo da qualche anno a questa parte, è dunque costretto ad arrendersi di fronte alla crisi economica e ad alzare bandiera bianca definitivamente.
La scritta appesa all’esterno del negozio non lascia dubbi di sorta: “Dopo 83 anni Vetri di Murano chiude l’attività e liquida tutto”. E non lasciano dubbi nemmeno i cartellini dei prezzi esposti nelle vetrine, dove compaiono ribassi sugli articoli in vendita che vanno dal 20 al 70 per cento. «Non c’è più niente da fare - sospira il titolare Enzo Bassan, che da 63 anni gestisce il negozio aperto vent’anni prima dal padre Aldo, nato a Venezia e giunto a Trieste giovanissimo -. Da qualche tempo stiamo facendo i conti con la crisi: sono calate le vendite e di conseguenza anche gli incassi, mentre le tasse continuano ad aumentare.
«In questi ultimi tempi ho cercato di resistere, ma mi sono intestardito ed ho commesso un errore di valutazione. Ho dovuto fare dei tagli dolorosi al personale, tanto che dei dodici dipendenti di un tempo, adesso ne sono rimasti solo quattro. Mi sono reso conto insomma che è arrivato il momento di abbassare le saracinesche e di cedere l'attività».
Bassan, nel cui negozio lavorano anche la moglie ed uno dei figli, non venderà i muri ma è pronto a dare in affitto il locale: in questi mesi ci sono stati dei contatti, ma nessuna offerta si è al momento concretizzata. Quel che è sicuro è che non esisterà più il marchio “Vetri di Murano”, apprezzato da generazioni di triestini, e non solo, nel corso di tutti questi anni.
Inaugurato il 5 dicembre del 1930 e nato come il regno dei cristalli e delle porcellane, in linea con le origini venete del suo fondatore, nel tempo il negozio ha saputo adeguarsi alle nuove esigenze e trasformarsi in un vero e proprio “tempio” dei gadget e degli articoli da regalo. Dalle magliette alla bigiotteria, dalle borsette agli orologi, dagli oggetti più strani fino agli scherzi goliardici per qualsiasi tipo di ricorrenza: compleanni, feste di laurea, addii al celibato ed al nubilato. Di tutto di più insomma, per un totale di oltre 30 mila articoli, creati per soddisfare le più fantasiose richieste della clientela.
«Finisce una storia lunga 83 anni - conclude Bassan -. A dicembre effettueremo una promozione sugli articoli in vendita ancora più incredibile, con sconti che arriveranno fino al 90 per cento e poi, dopo le feste di Natale, scriveremo la parola fine su questo storico marchio. Devo dire che ricevo quotidianamente attestazioni di solidarietà da parte di tutti i clienti più affezionati che non si rassegnano alla chiusura del negozio. Per me, al di là di tutto, è comunque un motivo di grossa soddisfazione, perché significa che nel corso di tutti questi lunghi anni qualcosa di buono abbiamo seminato».
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