Vetri rotti e scritte minacciose contro il vicesindaco di Fiume

Gli autori potrebbero essere ultrà di estrema destra dell’Arnada del Rijeka calcio Nikola Ivaniš: «Non mi faccio mica intimidire da questi elementi fascisti»

/ FIUME

Alcuni giorni fa aveva dichiarato: «Non dobbiamo permettere che a Fiume appartenenti all'estrema destra croata ci dicano cosa fare oppure no. Vogliono cancellare la storia fiumana, ignorando volutamente o meno il ruolo del movimento antifascista nella liberazione della città e nella successiva annessione alla Croazia». Nikola Ivaniš, regionalista, vicesindaco di Fiume e apprezzato gastroenterologo, ha dovuto fare i conti con uno o più vandali, che nella notte tra mercoledì e ieri hanno mandato in frantumi uno dei vetri dell'edificio che nel rione fiumano di Zamet ospita il policlinico di proprietà del noto medico, imbrattando con una scritta offensiva nei suoi confronti (Merda rossa, firmato Armada) la facciata laterale destra.

Ad accorgersi dell'atto vandalico è stata ieri mattina un'infermiera del policlinico. La polizia si è messa immediatamente in azione e, in base a voci ufficiose, sarebbe sulle tracce dei responsabili, grazie a quanto registrato dalle videocamere di sorveglianza.

La predetta presa di posizione di Ivaniš aveva riguardato la sistemazione della stella rossa dell'artista fiumano Nemanja Cvijanović sul tetto del Grattacielo di Fiume, performance rientrante nel progetto Fiume capitale europea della Cultura 2020.

«Non mi faccio mica intimorire da questi elementi fascisti – ha commentato Ivaniš – sono dei vigliacchi perché agiscono nelle tenebre, ben sapendo che sono da sempre un convinto antifascista. Sappiano pure questi pseudo tifosi che il sottoscritto, inquadrato nelle Forze armate croate, ha preso parte alla Guerra patria a partire dal 1991. Il mio e il nostro compito è di affrontare questi fenomeni devianti della società croata».

Chiamato a commentare l’incidente, il sindaco di Fiume, il socialdemocratico Vojko Obersnel, ha dichiarato che quanto verificatosi ai danni del suo sostituto «non è la democrazia che volevamo dopo essere usciti dalla Jugoslavia per creare la Croazia sovrana e indipendente».

Ora, dopo quanto avvenuto, si attende la reazione della direzione dell’Armada, il gruppo dei tifosi ultrà del Rijeka calcio.

Di una cosa si può essere certi che fino al 4 ottobre quando l’installazione sarà smontata a Fiume l’atmosfera non sarà quella di ogni giorno, ma continuerà l’inquinamento nazionalista che, come dimostrano i fatti contro il vicesindaco del capoluogo del Quarnero, rischiano di debordare dall’inciviltà e dall’ignoranza a possibili violazioni dell’incolumità dellapersona. —

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