Il viceministro Rixi a Trieste: “Entro dieci giorni il presidente del Porto”
Dal palco, all’evento di presentazione di RoboGo, frecciata alle Camere: «Non si può non scegliere». Poi, al fianco del commissario Gurrieri: «Spero chiarisca presto la sua posizione con la Procura»

«Siamo alla fine di questa tiritera». È lapidario il viceministro con delega ai Porti Edoardo Rixi sullo stallo che interessa le nomine al vertice di tutti i porti d’Italia ad eccezione di Genova. «Non ho intenzione di andare in vacanza lasciando i Porti italiani in questa situazione. Nei prossimi dieci giorni mi auguro che il problema si risolva o in una maniera o in un’altra».
Una maniera è che lo stallo tutto politico di pesi e contrappesi da manuale Cencelli sul dossier complessivo delle nomine si sciolga e che le Commissioni parlamentari competenti si esprimano. Un’altra è che si proceda per decreto ministeriale. Insomma, entro breve, anche Trieste e Venezia dovrebbero avere un presidente.

La notizia è emersa nel suo dialogo con il direttore dei quotidiani del gruppo Nem Luca Ubaldeschi a Trieste, all’evento di presentazione di RoboGo, il robot supertecnologico dell’impresa Taverna (gruppo Icop) per la manutenzione delle infrastrutture portuali.
Rixi ricorda che «il parere delle Commissioni parlamentari non è vincolante per il governo, potremmo procedere anche senza», come a dire che è solo per cortesia istituzionale che «finora abbiamo proceduto senza pestare i piedi a nessuno», ma poi aggiunge: «Noi non vogliamo imporre nomi, ma qualcuno si deve prendere la responsabilità di una scelta, la non scelta è la situazione peggiore».
Infatti Rixi ricorda anche che «il voto delle Camere per legge dovrebbe arrivare entro 30 giorni», cosa che non è successa, e che le Commissioni dovrebbero «esprimere un giudizio singolarmente su ciascun presidente, non sul complesso di tutti i presidenti», cosa che invece si sta verificando.
Insomma, quella di Rixi è una bacchettata al comportamento delle Commissioni parlamentari che addita come il «problema». «Per noi è un valore avere una condivisione con il Parlamento» ma «non è possibile che le Camere non si esprimano», aggiunge. E per Rixi il non avere un presidente non inficia direttamente l’operatività giornaliera degli scali che «sono presidiati» – ricorda infatti di aver proceduto a dare ai nomi in pectore in diversi porti la carica di commissario straordinario – ma crea incertezza negli operatori che non sanno chi sarà il loro interlocutore in futuro. «Sono qui oggi anche per rassicurare gli operatori, che non saranno lasciati soli», afferma poi a margine, parlando con i giornalisti.
Sul nome che sarà scelto per Trieste trapela meno, ma la sensazione è che non ci siano altri nomi in circolazione oltre a quello di Antonio Gurrieri, il commissario straordinario nominato per dare operatività alla scelta ministeriale in attesa che si sciogliesse il nodo nomine nazionale. Gurrieri è però indagato per riciclaggio per attività non legate al suo ruolo nel Porto.
Il fatto stesso che il viceministro scelga di comparire a un evento pubblico assieme a lui – questa è la sua prima uscita pubblica da quando sono emerse le indagini a suo carico – è una sorta di silenziosa dichiarazione a suo favore. A margine, parlando con i giornalisti, Rixi esprime poi un auspicio che Gurrieri possa «chiarire tutto quanto prima con la Procura, attenzioniamo la situazione, mi auguro ci sia rapidità».
Gurrieri stesso affronta il tema dell’inchiesta che l’ha coinvolto, evita di intrattenersi con i giornalisti prima e dopo l’evento ma risponde a una domanda diretta sul tema sul palcoscenico. Il leitmotiv anche qui è quello della rapidità: «Cercherò di accelerare ogni tipo di sistema di chiarimento possibile con la giustizia. Mi auguro che presto ci sia un’archiviazione della pratica», poi aggiunge: «Questo luglio compio 30 anni continuativi di lavoro nel porto di Trieste che ho portato avanti con impegno e soddisfazione per quello che faccio. Sono rimasto sorpreso dall’indagine perché è come se qualcuno mi avesse messo addosso un vestito fatto da un sarto sbagliato».
Ma l’intervista sul palco tocca anche altri temi. Rixi infatti illustra la priorità per i porti italiani, le parole d’ordine per diventare più competitivi anche in tema di corridoio Imec e Piano Mattei sono «coordinare» e «digitalizzare». L’obiettivo è «uniformare le procedure nei porti, con piani regolatori omogenei sul territorio nazionale» per facilitare il lavoro agli investitori esteri. Ma anche sul piano digitale occorre una marcia in più «non solo sull’automazione, ma anche nella gestione dei dati» con «un sistema informatico integrato che consenta di vedere dov’è la merce, dove transita e in quale porto conviene che si diriga». Gurrieri dal canto suo parla degli ultimi dati positivi dello scalo, e prevede che la fine dell’alleanza commerciale tra Msc e Maersk che aveva determinato un crollo nei dati di maggio sui container, alla fine dell’anno inciderà solo per un -10/15% dato che Msc rimodulerà in autunno il layout dei container.
Intanto arriva il commento della deputata dem Debora Serracchiani: «Ormai sembra tutto normale ma la realtà è sotto gli occhi di tutti ed è sconvolgente. Dopo oltre quattrocento giorni dalle dimissioni di D’Agostino la destra non è riuscita o non ha voluto nominare un presidente dell’Autorità portuale di Trieste. Hanno una grande responsabilità e devono rispondere davanti a operatori e cittadini». —
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