Villa Ferro, il lusso dei ricchi corfioti cambia proprietario

Costruita da Berlam nel 1861, la dimora è in vendita da anni Firmato il preliminare, resta top secret l’acquirente
Lasorte Trieste 16/12/11 - Via Rossetti, Villa Ferro
Lasorte Trieste 16/12/11 - Via Rossetti, Villa Ferro

di Gabriella Ziani

Cambia proprietà la stupenda Villa Ferro, costruita nel 1861 da Giovanni Andrea Berlam, che un alto muro di cinta protegge alla vista su via Rossetti, contenendo anche un parco che è oggi esattamente ancora come lo pensò il grande architetto. Ornata di statue, di stucchi, di rosoni a mosaico, è uno dei “pezzi” più nobili e meglio conservati dell’alta architettura triestina dei tempi d’oro. Che cosa ne sarà?

Nei mesi scorsi le stanze ormai spoglie sono state abitate da attori e comparse. In quei due piani sontuosi si è girata la “fiction” di Raiuno «Sposami», set procurato dalla Film commission. Ora se ne stanno andando le grucce coi vestiti della produzione, tra poco, dopo 37 anni, lascerà questa dimora anche la custode che col marito è vissuta a servizio della famiglia Ferro da cui l’ornatissima casa ha preso nome.

Le ultime eredi che hanno abitato la villa sono scomparse, nonna e zia di Marco Ferro, che vive a Milano e lavora in Svizzera. Mobili e arredi sono stati venduti all’asta un paio di anni fa. «Non c’è più nessuno della famiglia a Trieste - afferma il nipote -, affittare una casa così non ha senso, non abbiamo potuto dividerla in due appartamenti perché è vincolata dalla Soprintendenza, è stato difficile anche trovare un acquirente».

La vendita è stata affidata all’avvocato Guido Pastori, legale di famiglia, che si è appoggiato a un’agenzia. «È in vendita da tempo - dice Pastori -, era sul mercato con riservatezza. Casa stupenda, ma chi ci venisse ad abitare dovrebbe mettere in conto almeno 3 persone di servizio più un giardiniere». Chi è l’acquirente? «Top secret». Finora è stato firmato il preliminare. Sembra si tratti di un privato che svolge attività imprenditoriale. L’avvocato dice «una società, con un pezzo di Trieste dentro». Altrettanto secretato il prezzo, comunque inferiore ai 2 milioni di euro. Servono restauri importanti, «almeno un milione».

L’ampio ingresso con scalone verso il secondo piano, le sale con soffitti a stucco, un caminetto, un bovindo per giardino d’inverno «dove si proteggevano le piante - ricorda commossa Rita Alemanno, la custode - e si facevano feste con tutta la gente nobile e ricca di Trieste».

I Ferro venivano da Corfù. «Fu il mio bisnonno ad arrivare a Trieste, come molti ebrei faceva il commerciante di oro e pietre preziose - racconta Marco -. Mio padre invece ebbe aziende di carta e cemento, ma in Veneto e in Lombardia. La casa fu acquistata nel periodo fra le due guerre, ci sono cresciuto, affascinante». C’erano, racconta Rita, una cuoca, due custodi, due pulitrici, una cameriera, una stiratrice, due giardinieri. Ogni stanza, bagno e terrazzo, ogni piano zone di servizio. Durante la seconda guerra mondiale la villa fu requisita dai tedeschi, poi dagli alleati. Berlam l’aveva costruita, con stile “toscano mediceo” su commissione di un altro ricco “foresto”, il mercante di spugne Edmund Sigmundt. Divenne poi Villa Stern, quindi Villa Ferro. Oggi è Villa Mistero.

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