Villa San Carlo nel degrado Il Comune scrive all’Enel

RONCHI DEI LEGIONARI. L’abbandono è ormai totale. Inesorabile. Anche se i proprietari, un’immobiliare dell’Enel, nelle settimane passate hanno deciso di togliere un po’ di vegetazione e di tagliare qualche arbusto, anche di alto fusto, che la stava ormai soffocando e stava rovinando la copertura. Villa San Carlo, in pieno centro storico a Ronchi dei Legionari, torna a far parlare tristemente di sé, ma purtroppo il “caso” interessa altre dimore storiche della città, perché rischia, di questo passo, di sparire per sempre.
Molti degli infissi sono ormai divelti, divertimento di vandali che non hanno mai un nome, i vetri spaccati, segno dell’inciviltà di molti, mentre il piccolo giardino racchiuso da un’antiestetica recinzione, è in balia di se stesso. E’ vero. L’erba è stata tagliata e gli alberi potati o tolti di mezzo, ma non sono stati asportati i resti di quell’operazione e alla vista l’edificio appare sempre più desolato e malinconico.
«Certo è che un lavoro va compiuto dall’inizio alla fine – commenta amaramente l’assessore all’Ambiente, Elena Cettul – e sarà nostra cura prendere contatti con il proprietario perché questo accumulo di sterpaglie e di rami secchi sia portato in discarica. Credo che sia il minimo per garantire un po’ di decoro, qui come in altre zona della cittadina. Non credo che sia giusto che le spese, come molte volte succede, se le debba accollare il Comune e, quindi, i cittadini». Villa San Carlo, a pochi passi dalla palazzina municipale e dalla splendida Villa Vicentini Miniussi, è una delle testimonianze di un passato che ha visto Ronchi dei Legionari ricca di edifici di questo genere. Alcuni, come Villa Vicentini Miniussi od il palazzo che ospita la sede del Consorzio di bonifica, sono stati riportati alle origini, altri, come Villa Von Hinke, sono ormai l’ombra di se stessi. Ed è impensabile che l’amministrazione comunale si possa prendere la briga di acquisirle e ristrutturarle. Ci vogliono troppi soldi e c’è di mezzo il famigerato patto di stabilità che blocca sul nascere ogni sogno, ogni volontà. Così come succede ora per la palazzina che ospitò, in via Duca d’Aosta, la biblioteca comunale e che dovrà essere posta in vendita.
Era il 1835, quando il conte Armando Morè Pontgibaud fece costruire, su un terreno adiacente a villa Vicentini, una dimora che volle chiamare villa San Carlo.
In un’ala vennero sistemati preziosissimi quadri che all’inizio dell’ottocento erano stati portati il salvo dalla Francia. Erano tele di autori famosi come, tra gli altri, Correggio, Perugino, Rubens, Leonardo Da Vinci, Raffaello, Rembrandt, Caravaggio, Tiziano e Tintoretto. Nel 1921 il passaggio all’allora Selveg, mentre nel 1964 la villa passò all’Enel. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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