Picchiata e violentata in Porto Vecchio: tunisino condannato a 5 anni e mezzo di carcere
I fatti risalgono allo scorso 4 aprile. La gup ha disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e l’espulsione dal territorio nazionale

Aveva aggredito e palpeggiato una 17enne in Porto Vecchio: condannato a 5 anni e 6 mesi di carcere per violenza sessuale e lesioni. Una volta scontata la pena, lo straniero verrà espulso dall’Italia.
È questa la sentenza pronunciata nei confronti di Driss Ferjani, un 39enne tunisino senza fissa dimora, con precedenti e attualmente detenuto in carcere a Gorizia.
Così ha deciso la gup Flavia Mangiante al termine della discussione in abbreviato, infliggendogli una pena superiore a quella chiesta dalla pm Ilaria Iozzi, che aveva indicato 4 anni e 8 mesi. La scelta del rito abbreviato ha permesso a Ferjani, presente in aula, di beneficiare dello sconto di un terzo.
L’episodio risale al 4 aprile scorso. La ragazza era stata presa di mira mentre tornava a casa a piedi, all’ora di pranzo, verso mezzogiorno. Nei momenti concitati successivi all’aggressione sessuale era intervenuto anche anche il papà della ragazza, a cui la figlia aveva telefonato dopo essere riuscita a divincolarsi dalla presa dell’aggressore. L’uomo aveva ingaggiato una colluttazione con il tunisino, restando ferito. Anche la 17enne aveva ricevuto uno schiaffo al petto, prima di essere bloccata contro una recinzione e costretta a subire «atti sessuali». La vittima aveva cercato anche di estrarre lo spray al peperoncino che teneva nella tasca del giubbotto.
«Solo grazie alla reattività della persona offesa e al suo impeto di coraggio, la violenza non è andata a finire peggio – sottolineano gli avvocati di parte civile Giovanna Augusta de’ Manzano ed Emanuele Izzotti, che assistono la 17enne e suo padre -. Accogliamo con favore quanto espresso dal giudice, ma riteniamo che sarebbe un errore pensare che l’applicazione di una pena detentiva basti a risolvere il problema. L’imputato era già stato in carcere a lungo, eppure non si è fatto remore a tornare a delinquere commettendo reati ancora più gravi. Una strategia basata solo sull’esclusione prima e sulla detenzione poi, non rende più sicure le nostre strade».
Per la studentessa la vita non è più tornata come prima: dopo quell’episodio scioccante, la ragazza esce di casa soltanto accompagnata. «Mi riservo di leggere le motivazioni per poi eventualmente impugnare la sentenza – commenta il difensore Alberto Tofful –. È stata riconosciuta in parte la linea difensiva, ma ritengo comunque che la pena, dal punto di vista edittale sia eccessivamente pesante».
Oltre alla pena detentiva, la gup ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e l’espulsione dal territorio nazionale una volta scontata la pena. Nonché il risarcimento danni alle persone offese: 8mila euro alla ragazza e 2mila al padre.
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