“Voce della luna”, una chance per Di Finizio

Tre mesi ancora, fino all’anno nuovo. Per una sfida, forse, già ai confini dell’impossibile. Ma che, semmai riuscisse, s’intonerebbe parecchio con la voglia di spiazzare il prossimo con cui convive il diretto interessato. È di giorni addietro una delibera con cui la Giunta Cosolini, su proposta di Roberto Cosolini e del suo assessore al Demanio Andrea Dapretto, fa slittare al 31 dicembre la decadenza della concessione degli spazi di Barcola in cui ricade “La voce della luna” a Marcello Di Finizio, in vista di un eventuale salvataggio in extremis della struttura a fianco di un nuovo socio, tra saldo dei pregressi e investimenti per il rilancio del locale.
Un’operazione “ponte” su un’area demaniale consentita dal fatto che il Comune è l’ente deputato a gestire certi tipi di concessione, soggetti a regole europee, in regime di delegazione amministrativa dalla Regione. Un rebus. «La Giunta comunale - si legge nel provvedimento - delibera di invitare il Servizio gestione e controllo demanio», cioè l’ufficio del Municipio preposto, «ad assicurare al signor Di Finizio la possibilità di produrre gli atti che accompagnano la costituzione di un nuovo soggetto giuridico che subentri nella concessione ai sensi del Codice della navigazione fino al 31 dicembre 2014». Il perché sta scritto nelle premesse della delibera: «Il primo settembre 2014 è pervenuta al Comune una comunicazione da parte del signor Di Finizio con la quale di fatto si richiede il prolungamento della sospensione del procedimento riguardante la pronuncia di decadenza della concessione fino al 31 dicembre 2014, allo scopo di consentire il completamento delle procedure necessarie alla creazione di un nuovo soggetto giuridico in grado di regolarizzare l’attuale situazione». Al che viene «ritenuto opportuno dare riscontro positivo alla richiesta formulata dal signor Di Finizio» poiché «risulta da informazioni acquisite nelle vie brevi dai competenti uffici regionali che è effettivamente in corso un’azione concreta da parte del signor Di Finizio per la soluzione delle problematiche esistenti e la regolarizzazione della sua posizione di concessionario». «È una dilazione decisa in accordo con la Regione, in modo da consentire a Di Finizio la possibile costituzione di un nuovo soggetto giuridico, che a noi non è dato conoscere, in grado di rilevare da lui stesso una sorta di sub-concessione: è stato chiesto dunque uno sforzo dopodiché, però, si dovrà tirare una riga», il commento dell’assessore Dapretto.
E l’uomo delle proteste contro la direttiva Bolkestein, in scia alla quale la concessione de “La voce della luna” dovrebbe andare a gara a prescindere a fine 2020? Scrive in una nota “libera” dalla diplomazia che «la proroga alla decadenza della mia concessione proposta dal sindaco e approvata dalla Giunta è chiaro che è solo un tampone, un gesto apprezzabile, ma non risolve di certo il problema. Ma è anche vero, almeno mi auguro che sia così, che è un segnale forte che la politica locale vuole dare alla Regione, alla sempre più latitante Debora Serracchiani, e al governo centrale di Renzi. Non ci si può sporcare le mani con il sangue di cittadini innocenti. Quando si cambiano le regole in corsa e non c’è più la certezza del diritto, si distruggono le Pmi italiane, si massacra il tessuto produttivo del Paese, si manda in disgrazia le gente, la si induce a compiere gesti estremi e disperati. Questo è quello che stanno facendo e lo stiamo vedendo tutti». «Ormai - chiude la nota - è evidente anche agli occhi di un bambino che in questo modo si vuole solo favorire l’ingresso delle grandi lobby finanziarie, mafie e multinazionali, che non hanno sicuramente bisogno della certezza del diritto, perché una volta che si insediano il diritto se lo fanno da sole. Ma questa è l’Europa e questo è il liberismo. Ma era proprio questo quello che volevamo per noi e i nostri figli? Io sono ancora in attesa di un incontro faccia a faccia con il ministro Franceschini. Per il momento l’incontro con l’assessore Peroni non ha prodotto dei grandi risultati, gli strumenti economici che mi hanno proposto non sono male, peccato che sono un po’ tardivi, e limitati alla durata della concessione: 300mila euro da restituire in cinque anni, come dire pura utopia, una proposta che è la vera anti-impresa. È evidente che questi invece di lavorare per la gente continuano a lavorare contro la gente».(pi.ra.)
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