“Vuk Karadzic”, la Serbia sul palco dell’integrazione

Sono il più antico e vasto sodalizio culturale serbo in Italia, naturale espressione di una comunità che è parte integrante dell'identità di Trieste almeno da tre secoli. È il club associazione serba "Vuk S. Karadzic Trst": realtà che conta circa 500 iscritti e funge da cardine di socialità per le migliaia di cittadini serbi che vivono in città. Sabato l'associazione festeggerà il terzo anno di attività del suo pluripremiato gruppo di danze tradizionali con uno spettacolo al Teatro stabile sloveno alle 19 (ingresso a donazione volontaria). Per l'occasione arriveranno anche un gruppo di danzatori di Salisburgo e una di Postumia.
«I balli tradizionali sono solo una delle nostre attività, ma certo è tra quelle di cui andiamo più orgogliosi», spiegano gli iscritti della Vuk Karadzic. La squadra è composta dagli iscritti più giovani dell'associazione, ed è divisa in due gruppi: uno per i bambini sotto i 10 anni e uno per i giovani dagli 11 ai 25. Nonostante la giovane età, l'effetto delle loro performance è decisamente professionale: vestiti nei loro abiti tradizionali (uno per ogni danza), i ballerini cantano e si muovono in sincronia perfetta, felice espressione delle tradizioni della loro patria. Il gruppo partecipa con frequenza a festival in Austria, Slovenia e, ovviamente, in Serbia. Nel 2011, anno di nascita della squadra, presero parte al festival europeo del ballo serbo a Belgrado, una competizione cui parteciparono 52 gruppi da tutto il continente.
Ma le attività "Vuk S Karadzic" coprono un ventaglio molto vasto. «Perché lo facciamo - dicono gli esponenti del sodalizio -? I motivi sono principalmente tre: per amicizia, per mantenere la nostra tradizione e per avere un ruolo nella vita di Trieste. Per integrarci al meglio, insomma». L'associazione è nata nell'ormai lontano 15 ottobre 1995 e da allora ha avviato numerose iniziative. La più antica è senza dubbio il calcio: «Abbiamo due squadre, una per giovani e una per i veterani - raccontano - Partecipiamo al torneo Città di Trieste (Serie A) da molto tempo e l'anno scorso abbiamo vinto. E non è l'unica coppa che abbiamo guadagnato». Le pareti della sede dell'associazione in via Del Rivo in effetti sono decorate da numerosi trofei. Ogni anno organizzano un torneo di calcio a Domio, nel primo fine settimana di giugno, cui partecipano squadre di ogni tipo e nazionalità: «Sessanta team più 10 di bambini - spiegano -, in pratica c’è rappresentata tutta Trieste». La Vuk Karadzic organizza anche tornei di tennis, ping pong, freccette, scacchi, domino, bowling. Ed è anche tra gli organizzatori dell'ormai celebre festival musicale "Guca na Krasu", durante il quale gli iscritti danno il meglio di sé ai fornelli per presentare le prelibatezze della cucina serba: «Quest'anno siamo riusciti a cucinare anche un toro - rivendicano orgogliosi -, anche se piccolino: appena 6 quintali».
L'associazione prende il nome da Vuk Stefanovic Karadzic (1787-1864), linguista, scrittore ed etnologo cui si deve la riforma della lingua e scrittura serba. «Abbiamo scelto di prendere il suo nome perché per un periodo visse a Trieste - spiegano -. La comunità serba vive a Trieste da più di 300 anni, e tanti edifici della città portano l'impronta della nostra presenza qui. Personaggi come il nostro Nobel Ivo Andric vissero qui. Ci sentiamo serbi e triestini al tempo stesso». La maggior parte dei serbi di Trieste, aggiungono, proviene oggi da una regione prossima al Danubio, 70 chilometri a sud di Belgrado: «Speriamo sia portato a compimento il gemellaggio della nostra terra con Trieste».
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