Zona industriale, si cambia la svolta verde del Lisert

La Regione ha formalizzato a Comune e Consorzio la ridefinizione delle aree con un allargamento verso Sud di quelle sottoposte a vincolo ambientale
Bonaventura Monfalcone-27.03.2018 Zona Lisert-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-27.03.2018 Zona Lisert-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Aironi, cigni, pescatori, ma anche capannoni industriali, treni merci e camion. Sono i due volti del Lisert. Convivono da tempo e nei giorni scorsi la Regione ha formalizzato una proposta di ridefinizione delle aree di rispetto ambientale tra il sito natura 2000 e la zona industriale, logistica e portuale monfalconese.

L’ipotesi avanzata dall’amministrazione Regionale è stata trasmessa al Comune di Monfalcone e al Consorzio per lo sviluppo economico del monfalconese, al fine di raccogliere le osservazioni e le proposte dei due enti per individuare una soluzione concordata che coniughi la salvaguardia dell’ecosistema e lo sviluppo industriale.

La soluzione individuata dalla Regione, che assicura un’ampia superficie a disposizione delle attività imprenditoriali, prevede lo sviluppo verso sud dell’area sottoposta a vincolo ambientale con l’inserimento al suo interno del laghetto artificiale realizzato dall’Enel.

La nuova area di tutela proposta dalla Regione si articola su siti di competenza del Consorzio, attualmente definite come zone di rispetto ambientale e per attività ricreative, siti per impianti per la sicurezza, aree per impianti tecnologici (con il laghetto Enel), viabilità di completamento e siti per attrezzature di interscambio merci di interesse regionale di competenza del Comune di Monfalcone.

L'area che rientra nella competenza del Consorzio potrà essere definita interamente come zona di rispetto ambientale, mentre per quella di competenza del Comune di Monfalcone dovrà essere individuata, sulla base del Piano regolatore comunale, un’altra definizione analoga alla precedente.

Inoltre, l’ipotesi avanzata dalla Regione prevede che all’interno della zona tutelata venga individuata una fascia destinata al raddoppio del binario ferroviario esistente per favorire lo sviluppo della attività industriali insediatesi nella zona.

Intanto, però, cosa c’è al Lisert? C’è che la natura sta facendo il suo corso e ha già cominciato ad avanzare dove ha potuto farlo. Simbolo di questo avanzamento è, in fondo a via Timavo, il piazzale dell’ormai ex capannone Eurogroup. Abbandonato da anni ha visto crescere tra l’asfalto diverse piante: poco alla volta si sono aperte un varco e, alcune, ora, cominciano ad avere una grandezza rilevante. Non si può certo parlare di foresta, ma è un inizio.

Più che gli insediamenti industriali, i problemi sembrano però venire dalla maleducazione delle persone. Lungo i sentieri si trovano abbandonati rifiuti di ogni genere: televisori, lavatrici, materassi, piastrelle, pneumatici e anche comuni sacchetti di plastica da cui si intravedono degli ondulati. Proprio per questi ultimi, sospettando si trattasse di amianto, sono intervenuti ieri pomeriggio gli agenti della polizia locale di Monfalcone. Si è trattato però di un falso allarme. Appare tuttavia incomprensibile che gli ingombranti vengano scaricati al margine dei sentieri dal momento che, qualche centinaio di metri prima, si incontra proprio la piazzola ecologica. Si tratta però di uno dei tanti paradossi del Lisert, un’area frequentata anche dagli amanti della corsa.

Per quanto riguarda il mondo marino, le vasche della pescicoltura convivono con i cantieri navali affacciati sul canale est-ovest e qui gli uccelli vengono a pescare.

Al di là della presenza del porto e delle industrie, tra canneti, passeggiate e zone d’acqua - maleducazione umana a parte -, ci sono tutti i presupposti per realizzare un’area dove poter passare qualche ora a contatto con la natura. Il modello potrebbe essere quello che la Slovenia ha pensato per Capodistria dove ha trasformato la zona umida della Val Stagnon in una vera e propria oasi naturale alle porte della città e alle spalle del porto.

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