A Trieste Mederos, la magia del tango con quattro fisarmoniche

Giovedì e domenica al Teatrino Basaglia il concerto del compositore con gli strumentist

Rodolfo Mederos, il compositore argentino nel 2019 (foto di Laura Tenenbaum)
Rodolfo Mederos, il compositore argentino nel 2019 (foto di Laura Tenenbaum)

«La mia vita è una resurrezione continua», ha detto di sé un giorno. In giro «c’è tanta di quella musica ancora non scritta che mi sta aspettando...». Detta in spagnolo, e con in più l’accento di Buenos Aires, la frase fa ancora più effetto. «Una ressureccion permanente»: sta in questa percezione il segreto dell’entusiasmo che all’età di 85 anni alimenta la creatività e l’energia – inesausta - di Rodolfo Mederos. Compositore ed esecutore di tango tra i più famosi del mondo, l’argentino sarà a Trieste giovedì e domenica prossima (in entrambe le date alle 21) al Teatrino Basaglia di San Giovanni) assieme a uno specialissimo quartetto di fisarmoniche di casa nostra.

Si tratta del “4 Bellows 4 Tales” - Quattro mantici quattro racconti – composto da Stefano Bembi, Zoran Lupinc, Maurizio Marchesich e Imad Saletović, quattro “diavoli” professionisti capaci di spaziare da Mozart a Piazzolla e dal barocco alla musica moderna e che, nel nostro concerto, seguiranno Mederos in un viaggio raffinato tra il tango della “guardia vieja” e quello nuovo, ibridato dal jazz e dal rock, per non parlare delle musiche dei rioni di Buenos Aires. I quattro giocheranno con strumenti diversi: quattro fisarmoniche, ma anche quattro storie personali e quattro sensibilità musicali differenti, che vanno dall’etnico-klezmer alla scuola mitteleuropea della diatonica.

Gli strumentisti suoneranno combinandosi in diverse formule, che vanno dal formato “band” al “duo” all’assolo. Nel programma: “Yo soy Maria”, “Oblivion” e “Adios Noniño” di Astor Piazzolla, l’uomo che ha rivoluzionato il tango; “Nunca tuvo novio” di Augustin Bardi; poi l’immancabile grande classico Carlos Gardel, con “Volver”, “Soledad”, “Cuesta abajo”, “Mi Buenos Aires querido”, “Melodia de Arrabal”, “Sus ojos se cerraron”, “Por una caveza” e “El dia que me quieras”. Il tutto con un intermezzo napoletano di Carlo Alberto Rossi: “Na voce, ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna”.

Rodolfo Mederos è un rinomato bandoneonista, compositore e arrangiatore argentino, nato il 25 marzo 1940 a Buenos Aires. È conosciuto per la sua attività musicale, che comprende anche la fondazione del gruppo sperimentale Generación Cero e la sua partecipazione a diverse incisioni discografiche.

Mederos, nato a Buenos Aires, ha studiato all'Università di Córdoba e ha preso ispirazione da Astor Piazzolla. A 20 anni, ha formato l'Octeto Guardia Nueva e ha avuto l'opportunità di suonare come gruppo di apertura per un concerto di Piazzolla a Córdoba, evento che lo ha spinto a trasferirsi a Buenos Aires per dedicarsi alla musica.

Negli anni, ha vissuto a Cuba e in Francia e ha fondato il gruppo sperimentale Generación Cero in Argentina. Nel 1967 si è trasferito a Parigi, ma in seguito è tornato in Argentina, dove ha continuato la sua carriera musicale. È considerato uno degli ultimi grandi maestri del tango della generazione degli anni '40 e un appassionato pedagogo, capace di trasmettere l'essenza del tango. Mederos parteciperà a concerti in Svizzera, invitato da Jens Biedermann e Matías Lanz, e anche a Trieste, in Italia. Rodolfo Mederos è celebre per aver partecipato come attore a “A dos aguas” (1987), “El último bandoneón” (2005) e “Sus ojos se cerraron y el mundo sigue andando” (1997). —

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