Addio Tinin Mantegazza, inventò il Teatro Ragazzi di Muggia

Roberto Canziani
Tanti lo ricorderanno per i suoi pupazzi. Come il mirabolante uccello Dodò, che portò tanta fortuna in tv alla trasmissione Rai "L'albero azzurro".
Ma da queste parti, Tinìn Mantegazza (scomparso a 89 anni) resterà sempre quello del Teatro Ragazzi. Illustratore, pittore, scenografo, scrittore, regista, Mantegazza si muoveva agile tra teatro, giornalismo, televisione, nell’animazione culturale e, soprattutto negli anni '80, nell’organizzazione teatrale.
Fu grazie a lui che la Rassegna di Teatro Ragazzi a Muggia, prese il volo e diventò Festival internazionale, punto di riferimento per un settore che in quel decennio in Italia si stava sviluppando potentemente e convogliava molte giovani forze. Tinin Mantegazza ne era il direttore artistico, un uomo che con la creatività, ma anche il sapere organizzativo, riusciva a "bucare le nuvole".
«In quegli anni, il festival, propositivo, propulsivo, allegro, era un momento di incontro, di riflessione, di divertimento» ricorda Sabina de Tommasi, che assieme a Roberto Piaggio, Claudia Valente, Maila Zarattini, faceva parte dello staff. «C'era ancora la Jugoslavia, e a volte qualche attore facendo il bagno al mare, o camminando su per le colline, sconfinava. Con Tinìn, ce lo andavamo a riprendere dall'altra parte».
Assieme alla moglie Velia, Mantegazza aveva fondato il Cab '64, club milanese anni Sessanta. Lui inventava i progetti, lei lavorava con i pupazzi e le fiabe sonore di Jaqueline Perrotin, mentre Bruno Lauzi faceva "lo chansonnier", e Cochi e Renato, Lino Toffolo, Felice Andreasi si inventavano comici. La Milano dei cabaret, tanto diversa da quella da bere.
Nel decennio successivo i Mantegazza aprirono, sempre a Milano, il Teatro Verdi e diedero vita alla compagnia del Buratto. Nel 1983 lui arrivò a Muggia: erano gli anni del sindaco Willer Bordon. Con quel teatro per l'infanzia e l'adolescenza, ma non solo, Muggia conquistò un'immagine nazionale.
Lo scorso anno, il museo di Bagnacavallo (poco distante da Cesenatico, dove Mantegazza viveva e dove domani si celebreranno i funerali) gli aveva dedicato una retrospettiva: "Le sette vite di un creativo irriverente". —
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