“Ai Turians” in collina con delikatessen di mare

Sfrondiamo subito il campo dagli equivoci: questa è tutto meno che un’osteria. Quella, magari, era l’intestazione originale, visto che il locale ha parecchie decine di anni sulla gobba, ma oggi è un ristorante fatto e finito. Dove, ci mancherebbe, è possibile anche scegliere un menù a due velocità, la prima con piatti tipici friulani e un prezzo, ovviamente, più contenuto, la seconda con delikatessen del mare e conto finale che punta più verso i 50 euro che i 40. Qualunque sia la vostra scelta, è comunque la qualità a parlare. Non da tutti i giorni e per tutti i borsellini, per essere ancora più chiari, ma di grande soddisfazione.
Il suo arredamento con grande uso del legno, bottiglie ovunque, pentolame attaccato al soffitto ci ricorda, chissà perché, uno degli altri grandi totem della zona, Toso di Leonacco. Di differente c’è che qui brace e griglia di carne passano quasi in secondo ordine rispetto a pesci e crostacei. E considerato che siamo a una decina di chilometri a nord ovest di Udine e non in laguna, la validità dell’offerta ne esce ancora esaltata. Villalta di Fagagna è, tra le varie cose, al centro di una minuscola area dove sta realmente il fior fiore della ristorazione udinese.
Qui si passa, con nonchalance, dall’astice alla catalana alla Garonese, l’originale milanese di vitello con l’osso, dal filetto di Fassona all’insalata di triglia con spinacino fresco. Anche quelli che diffidano istintivamente dei locali cosiddetti “misti” o “multipurpose” non potranno che arrendersi di fronte al valore assolutamente equivalente delle due tipologie di piatti. L’opzione offerta da Valentino e Claudia non ha lasciato nulla al caso. Questo è posto di grande piacevolezza, di sicuro non da capatina mordi e fuggi. Ai “Turians” possono vantare una cantina forte di più di 500 etichette, senza parlare degli invecchiati, come ad esempio il rum Zacapa che fa da ingrediente forte del sorbetto finale. I più quotati regionali ci sono tutti e non mancano escursioni sfiziose verso altri territori di notevole pregio
Piace il servizio, veloce senza essere frettoloso, cortese il giusto, anche se nelle giornate di punta, e cioè nei fine settimana rischiate di aspettare qualche decina di minuti in più. Ma questo è locale slow nella migliore accezione del termine, dove si assapora, non si mangia, si chiacchiera e non si gioca col cellulare, si commenta e talvolta ci si emoziona per l’intrigante novità di certe proposte. Da applauso, ad esempio, il loro Radic cul Poc, con uovo sodo e ciccioli (sì, frizze) di patanegra, e qualsiasi abbinamento venga fatto con i carciofi, o il gusto di certi tortelli con pesce vario e bottarga che vi aspettereste di trovare in un ristorantino dove siete cullati dal rumore delle onde, mentre in realtà siete in mezza collina. Anche per uscire dal tran-tran dei soliti noti (e qui Udine non sta meglio di Trieste) uscite per una volta dal seminato e apritevi alla curiosità e alla voglia di nuove scoperte enogastronomiche. Ne sarete gratificati.
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