Cambio di sesso anni Trenta è scandalo d’antan a Venezia

ROMA. Dai nani wrestler messicani di Calle de Almagura al soprano peggiore del mondo di Marguerite, fino all'uccisione di Rabin e al primo intervento per il cambio di sesso negli anni ’30 (The Danish girl). La realtà è al centro della 72° edizione della Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre) e contende la scena alla fiction. E questo, ovviamente, a parte i molti documentari che attingono a mani basse al presente e alla storia.
Intanto il film più picaresco, quello messicano, ovvero “La calle de Almagura” di Arturo Ripstein (fuori concorso). È tratto da un fatto realmente accaduto in Messico, ovvero la misteriosa morte di due lottatori nani: i gemelli Alejandro e Alberto Perez Jimenez trovati morti nel luglio del 2009 in una camera d'albergo. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero una donna di 65 anni insieme a una complice si sono finte prostitute e hanno versato del sedativo nei drink dei due fratelli per poi derubarli. Si dice anche che le donne non abbiano tenuto conto della piccola statura dei due wrestler e che quindi la dose a loro somministrata sia stata letale.
Tanta realtà anche nel film di Xavier Giannoli, in concorso, “Marguerite” (Francia/Repubblica Ceca/Belgio). Si tratta della storia del 'soprano peggiore del mondo’, ovvero Florence Foster Jenkins (Wilkes-Barre 1868-New York, 1944). La cantante, famosa per essere priva di alcuna dote canora, non aveva mai dubitato però di essere dotata di talento. Nel caso di “The Danish girl” di Tom Hooper (GB/Usa), film in concorso con protagonista il premio Oscar, Eddie Redmayne, c'è una realtà ancora più pruriginosa. Siamo a Copenhagen negli anni '30. Gerda Wegener, pittrice, disegnatrice e illustratrice erotica danese di origini francesi, dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti, sposa Einar Wegener. Un artista a sua volta di talento che, a un certo punto, riconosciuta la sua natura transessuale, si sottopose a un'operazione di cambio sesso (uno scandalo nel 1930), cambiando il nome in Lili Elbe. In “El clan”, film in concorso di Pablo Trapero (Argentina/ Spagna), si racconta invece la vera storia del clan Puccio nella Buenos Aires degli anni '80. Una famiglia argentina ricca e importante che gestiva un'attività altamente lucrativa, quella dei rapimenti. In “Black mass” di Scott Cooper, film Usa fuori concorso, c’è invece la vera storia di Whitey Bulger, che da efferato criminale diventa informatore Fbi per eliminare la mafia italiana. Infine, Amos Gitai porta al Lido il suo “Rabin, the last day” (Israele/Francia) in concorso. Di scena l'uccisione del premier laburista Yitzhak Rabin da parte di un giovane colono della destra nazionalista ebraica determinato a far deragliare il processo di pace con i palestinesi.
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