Cent’anni fa moriva Boccioni, pittore e scultore genio del dinamismo

Padre del Futurismo, pittore e scultore del dinamismo e dello spazio, Umberto Boccioni moriva a soli 33 anni esattamente un secolo fa. L'artista protagonista delle Avanguardie storiche, capace come...

Padre del Futurismo, pittore e scultore del dinamismo e dello spazio, Umberto Boccioni moriva a soli 33 anni esattamente un secolo fa. L'artista protagonista delle Avanguardie storiche, capace come pochi altri di influenzare l'intero '900, perdeva la vita in un banale incidente, disarcionato dalla sua cavalla imbizzarrita, il 17 agosto 1916 a Chievo, durante un'esercitazione militare. Interventista come Marinetti e altri futuristi, Boccioni era stato assegnato all'artiglieria da campo e destinato a Verona, dove nella campagna circostante, in una stradina seminascosta (ancora oggi segnalata), restava vittima di quella caduta mortale.

Umberto Boccioni nasce il 19 ottobre 1882 a Reggio Calabria, da una famiglia della provincia di Forlì. Nel 1901, in seguito a un nuovo trasferimento del padre, impiegato statale, l’artista, quasi ventenne e con un diploma all’Istituto tecnico, è a Roma, dove conosce Gino Severini, con cui frequenta lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla. Anche con Mario Sironi, incontrato nel 1903 alla Scuola libera del Nudo, stringe una duratura amicizia. In quell'anno dipinge la sua prima opera intitolata 'Campagna Romana’ o 'Meriggio’. Nell'aprile 1906 è a Parigi, quindi in Russia, un anno dopo in Germania. Si tratta di soggiorni che segnano profondamente i suoi anni formativi, a confronto con i movimenti pittorici europei dall'Impressionismo al Simbolismo, fino ai Preraffaelliti.

Irrequieto e inappagato, Boccioni approda infine a Milano per approfondire studi e tecniche. Nel 1907 incontra i divisionisti e con Filippo Marinetti inizia il percorso che porterà alla stesura, insieme a Carrà, Russolo, Balla e Severini, del Manifesto dei pittori futuristi (1909), cui seguirà il Manifesto tecnico del movimento futurista (1910).

Come nessun altro Boccioni riesce a esprimere il movimento delle forme e la concretezza della materia. In capolavori quali 'Dinamismo di un ciclista’ (1913) o 'Dinamismo di un giocatore’ (1911) l'artista raffigura uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo, suggerendo così l'idea dello spostamento nello spazio. Il suo genio trasferisce queste ardite concezioni nella scultura, basti pensare a 'Forme uniche della continuità dello spazio’ (1913), che concretizza magistralmente la concezione futurista e oggi custodito al Moma di New York.

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