Con Lucchetti lungo l’Orinoco alla ricerca di un amore triestino
Mai giudicare un libro solo dalla trama. Un documentarista triestino in procinto di recarsi in Sudamerica per un reportage sugli indios Yanomami viene ingaggiato da una vecchia baronessa con l’incarico di rintracciare la figlia Erika, divenuta una suora missionaria e rapita trent’anni prima dagli indios. Postilla: la baronessa e il marito erano stati tra gli aguzzini nazisti della Risiera, il barone aveva una relazione incestuosa con la figlia la quale, in un impeto di ribellione lo aveva ucciso e si era fatta suora; non prima di essere stata il primo amore del documentarista. A riportare succintamente il percorso narrativo di ‘Il canto dell’Orinoco’ di Leandro Lucchetti (Robin edizioni, 355 pagg., 18 euro) si potrebbe pensare a una trovata più che fantasiosa, diciamo alquanto stravagante.
Epperò la scrittura spigliata di Lucchetti ha il merito di rendere, con un taglio fresco, disincantato e al tempo stesso ancorato a una parte dell’autentica biografia dell’autore, credibile tutta la storia. Così, quando il documentarista triestino risalendo come un antico esploratore o come i cercatori d’oro a caccia del mitico Eldorado, il corso intricato dell’Orinoco giunge in vista del villaggio yanomami, e riconosce nella donna nuda col cranio rasato e adorna di piume di struzzo Erika, la compagna del liceo Dante che andava a trovare col tram di Opicina fino alla sua villa a Scorcola, l’incontro con la ex suora diventata ormai una donna india a pieno titolo si inserisce senza scosse nel flusso della vicenda.
Lucchetti, che aveva lasciato Trieste negli anni Sessanta attratto dal mondo del cinema, dove ha svolto il mestiere di sceneggiatore e di regista, riprende in questo suo ultimo romanzo, che sarà presentato al Caffè San Marco oggi alle 18, un tema già affrontato nel recente ‘Bora scura’, una saga di millecinquecento pagine dedicata al confine orientale, quello della Trieste occupata dai nazisti e dei crimini commessi nella Risiera di San Sabba.
L’ampia cornice in cui iscrive la vicenda è lo scenario selvaggio dell’Orinoco e degli Yanomani, la cui sopravvivenza è minacciata dai cercatori d’oro brasiliani, i garimpeiros. Un mondo pregno di spiritualità ancestrale, quella che Lucchetti ha indagato nei suoi documentari, in cui filmando le espressioni della spiritualità dei popoli ha scoperto luoghi incontaminati e manifestazioni religiose. Puro cinema diventato ora scrittura.
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