Concerto di San Silvestro a Trieste, sul palco l’orchestra e il coro del Verdi
Fra i protagonisti il tenore Marco Ciaponi, reduce da uno strepitoso successo personale ottenuto ne ‘ Il Barbiere di Siviglia’: “Mi ero ripromesso di non accettare concerti di Capodanno. Ma quando il maestro Calesso mi ha chiamato...”

È ormai conto alla rovescia per la notte più lunga e scintillante del calendario che, tra feste, spettacoli in piazza e fuochi d’artificio, si appresta ad accogliere in allegria l’imminente sbocciare del nuovo anno.
Ad arricchire l’atmosfera festaiola cittadina contribuisce anche la Fondazione Teatro Lirico G.Verdi con il tradizionale concerto di San Silvestro, che avrà luogo mercoledì con inizio alle 18, protagonisti l’Orchestra e il Coro della Fondazione diretti da Enrico Calesso, maestro del Coro Paolo Longo.
Il programma prevede un ricercato viaggio operistico nelle più belle pagine di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Mascagni, Leoncavallo e Puccini, per approdare poi nell’operetta di Offenbach e Lehár, il tutto impreziosito dall’apporto solistico di un terzetto vocale di gran lusso.
Sul palcoscenico del Verdi ritornano infatti per questa occasione il soprano Jessica Pratt, star mondiale del belcanto applaudita in primavera nella ‘Lucia di Lammermoor’, il baritono Giorgio Caoduro ammirato Conte di Almaviva nelle recenti mozartiane ‘Nozze di Figaro’ e il tenore Marco Ciaponi, reduce da uno strepitoso successo personale ottenuto ne ‘ Il Barbiere di Siviglia’ che ha inaugurato la stagione lirica.
“Sono davvero felicissimo di ritornare, a breve distanza, in questo teatro che considero veramente la mia casa – dice Ciaponi – perché nel 2014, dopo il mio debutto a Piacenza in Elisir d’amore, il teatro che subito ha dato fiducia a un ragazzo di ventiquattro anni è stato proprio il Verdi di Trieste che mi ha scritturato per Don Giovanni.”
Adesso una ghiotta occasione per il pubblico poterla riascoltare di nuovo…
“Dopo le sette recite di questo impegnativo Barbiere, un vero tour de force, confesso che mi ero ripromesso di rimanere a casa per riposare e di non accettare concerti di Capodanno. Ma quando il maestro Calesso mi ha chiamato e me lo ha proposto, non ho potuto dire di no, anzi con grande gioia ho subito concordato con lui le arie da eseguire, andando ad attingere al mio repertorio belcantistico ma anche sconfinando in Puccini e pure nell’operetta, in omaggio a Trieste che ne è la capitale.”
Ritornando all’exploit del suo Almaviva, come si è accostato a Rossini?
“Devo tutto al maestro Calesso che mi ha proposto il ruolo, in quanto per Almaviva voleva un tenore lirico e non lirico-leggero. Io non avevo mai cantato prima Rossini ma lui ha creduto in me e nelle mie potenzialità e io mi sono immerso immediatamente nello studio di questo ruolo che è davvero impervio, specie con il ripristino del rondò finale.”
Quindi costruire il personaggio è stata una vera sfida…
“Assolutamente sì, ho dovuto studiare tutti i giorni per otto, nove mesi nota per nota, piano piano, finchè ho iniziato a vedere che il corpo e la laringe si abituavano a tutte quelle agilità che non avevo mai fatto, dal momento che non sono un rossiniano e che di Rossini, in precedenza, avevo cantato solo il repertorio sacro. Devo dire che ho avuto anche tanti momenti di sconforto, superati grazie al sostegno psicologico e alle lezioni di tecnica vocale della mia insegnante Cinzia Forte, che mi ha incoraggiato e spronato ad affrontare questo ruolo davvero super impegnativo ma altrettanto soddisfacente, tanto che non vedo l’ora di rifarlo al Maggio Musicale di Firenze il prossimo anno.”
Dopo il brindisi triestino quali altri ruoli, oltre Almaviva, l’attendono?
“Subito in gennaio Don Giovanni a Piacenza, Modena e Valencia, poi Falstaff a Verona e Don Pasquale in Oman. —
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