Dalla penna di Wilkie Collins 150 anni fa nasceva il detective british
ROBERTO BERTINETTI
Ottenne una larghissima fama, giovanissimo, nel 1860 con “La donna in bianco”, geniale rivisitazione di chiave poliziesca del genere gotico assai di moda nell’Inghilterra di fine ’700. Ma alla ricchezza Wilkie Collins arrivò otto anni più tardi con “La pietra di luna”, romanzo apparso a puntate a partire da gennaio sino ad agosto su una rivista settimanale di proprietà di Charles Dickens, maestro della narrativa vittoriana ben presto invidioso dei guadagni del collaboratore. A un secolo e mezzo di distanza dall’uscita del thriller che George Orwell giudicava “il miglior poliziesco britannico” e Agatha Christie riteneva “la mia fonte di ispirazione”, il Regno Unito lo celebra in coincidenza dell’anniversario con rievocazioni storiche dedicate alle sue storie mentre i canali tv ritrasmettono gli sceneggiati che ne sono stati tratti. Il libro gli fruttò duemila sterline dell’epoca, pari a tre milioni di oggi e “Household World”, il periodico di Dickens arrivò a vendere centomila copie per gli ultimi fascicoli in cui si svelavano i misteri nati da una complessa vicenda che aveva origine da un diamante scomparso in India.
Esploratore mancato
Nell’autobiografia Collins spiega che da giovane sognava di fare l'esploratore artico. Non ebbe però bisogno di molto tempo per scoprire che il suo fisico non troppo robusto avrebbe mal sopportato gli sforzi richiesti da questa avventurosa professione. Scelse quindi di ripiegare sull'attività letteraria che gli consentiva di viaggiare con la fantasia. L'opera d'esordio apparve nel 1848. Si intitolava “Ricordi della vita di William Collins, accademico reale” ed era una ricostruzione dalla grama esistenza del padre, uomo pio e conservatore, pittore di scarsa notorietà conosciuto con lo sgradevole soprannome di "toady", ovvero leccapiedi.
Nonostante qualche generosa recensione le vendite del libro non decollarono. Wilkie decise allora di cambiare genere. Un pizzico di suspense poliziesca, si convinse, avrebbe costituito un ingrediente importante e l’idea fece la sua fortuna: diede alle stampe a sue spese nel 1852 “Basilio”, ricavandone un ottimo profitto e, soprattutto, attirando l’attenzione di Dickens che gli propose di scrivere per la rivista da lui diretta. L'incontro si rivelò fruttuoso per entrambi: Dickens guadagnò un collaboratore impareggiabile, Collins un protettore di grande autorità. A unirli c'era, inoltre, la comune passione per il teatro, i bordelli, il cibo e lo champagne.
Il primo detective
Sotto il profilo tecnico la grande invenzione di Collins fu la tecnica narrativa che prevedeva, al contrario delle regole dell’epoca, l'eliminazione del narratore onnisciente. La scomparsa e il ritrovamento del diamante sono infatti riferiti attraverso le parole dei testimoni: ognuno di loro parla solo dei fatti di cui ha diretta conoscenza, mentre il compito di tentare una sintesi viene affidato al sergente Cuff, eccentrico coltivatore di rose, primo detective professionista e figura in seguito affermatasi nell'intera Europa proprio grazie ai narratori britannici.
Anche nella vita privata Collins fu decisamente anticonvenzionale convivendo contemporaneamente con due donne dalle quali, senza sposarle, ebbe quattro figli. A impedirgli il matrimonio era un’interpretazione decisamente soggettiva di un principio femminista che gli impediva di “imprigionare una donna con le umilianti catene del matrimonio”. Quando morì, il 23 settembre 1889, lasciò a Caroline Graves e Martha Rudd denaro e beni divisi in parti uguali. Poche persone intervennero ai funerali, poiché la sua condotta sentimentale veniva considerata troppo eccentrica per i castigatissimi costumi vittoriani. La sua lapide, del cimitero londinese di Kensal Green ,reca incise queste parole: "William Wilkie Collins, autore di La donna in bianco, La pietra di luna e altre opere narrative". A raccontare avventure avvincenti aveva imparato da ragazzino, mentre era in collegio, agli ordini di un capocamerata che prima di addormentarsi pretendeva di essere intrattenuto. Per una buona storia c'era in premio un dolce, mentre una noiosa veniva punita con dieci frustate. Quando raccontava la sua adolescenza Collins sosteneva, probabilmente non a torto, di aver guadagnato molti dolci. —
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