“Donne in fuga”, Marzia Postogna e Ariella Reggio fanno autostop
Da oggi a domenica va in scena al Bobbio la commedia con la regia di Maximilian Nisi

Uno spettacolo che racconta con commovente ironia l’universo femminile. Due anime diversissime tra loro, ma accomunate dalla disperata ricerca di comprensione, considerazione e amore, riescono a connettersi, affrontando delle esperienze comuni, e l’amicizia diventa una fonte di forza, affetto e sostegno. Ariella Reggio e Marzia Postogna sono due “Donne in fuga” nella nuova produzione della Contrada tratta da “Le Fugueuses” di Pierre Palmade e Christophe Duthuron. Con la regia di Maximilian Nisi, la messa in scena vivrà la sua “prima” al Teatro Bobbio oggi alle 20.30 e sarà in replica sino a domenica 18 maggio.
Le musiche originali sono di Stefano De Meo, i video art di Mario Bobbio e le scene e i costumi di Andrea Stanisci. Scritta con arguzia, “Donne in fuga” vede le due protagoniste incontrarsi per caso, una notte, su una strada statale, mentre fanno l’autostop. Ciascuna fugge dalla propria vita. Margot, la più giovane, moglie e madre repressa, è scappata dalla festa di compleanno della figlia appena maggiorenne e Claude dalla casa di riposo dove il figlio ha deciso che debba stare dopo la morte del marito. All’inizio sono accomunate soltanto da un incontenibile desiderio di evasione, ma le loro esperienze e vulnerabilità, una volta condivise, via via, “on the road”, porteranno a risvolti inattesi. E se i toni sono quelli della commedia, i contenuti guardano anche però alle emozioni e oltre gli stereotipi e i luoghi comuni. «Questo spettacolo - racconta Ariella Reggio - parla di due donne e di libertà. E sappiamo che la libertà non è solo quella fisica, che si vede dall'esterno, ma nasce da dentro. A una certa età forse queste cose si capiscono meglio, per fortuna, e anche quanto sia importante, ove possibile, affrontare la vita con maggiore leggerezza. È un vantaggio della vecchiaia!».
Le prigioni, sottolinea l’attrice, possono essere molteplici, i rapporti, la famiglia, i doveri e le convenzioni. «Ogni donna può trovarsi, a volte, in una situazione che sente di vivere come una prigione – prosegue Reggio - e sceglie per sé la propria via di fuga. Assieme Claude e Margot percorrono luoghi e avventure, disparate. E non è che tra loro nasca un immediato idillio, perché inizialmente, con i loro temperamenti diversi, si scontrano pure». Come osserva Marzia Postogna da entrambi i personaggi emerge però il bisogno di uno spazio di dialogo, in cui poter aprirsi. «Ed è Claude – sottolinea a sua volta - a insegnare una maggiore sregolatezza a Margot, che è sì più giovane, ma è rinchiusa in una sua rigidità, dovuta a quanto, nella sua famiglia, sia stata rattrappita in un ruolo sino a sentirsi “meccanica”, trasparente e ignorata».
Qualora ci senta non visti, e si rischi a propria volta di non vedersi più, racconta lo spettacolo, è però possibile riportare uno sguardo sano, accogliente e diverso su di sé, e su chi abbiamo accanto. E legami inaspettati possono portare una sorpresa di gioia e conforto. «Rispetto all’interpretare assieme questa commedia – sottolinea ancora Postogna - i miei inizi come attrice, negli anni ‘90 sono stati proprio con Ariella Reggio e con la Contrada. E da allora, da “El mulo Carleto”, ogni anno abbiamo condiviso il palcoscenico. Per me è un onore, adesso, essere in scena da sole, con lei, in uno spettacolo a due, per la prima volta, ciascuna con il proprio bagaglio di esperienze, oltre a quelle già condivise e una nostra complicità».
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