Ebreo smemorato in cerca di vendetta

In “Remember” un anziano va a caccia del nazista che ha sterminato la sua famiglia

Dopo il genocidio degli armeni raccontato in "Ararat", Atom Egoyan affronta lo sterminio degli ebrei, sebbene il tema centrale del suo nuovo film non sia tanto quello della "memoria" come il titolo "Remember" potrebbe far pensare, quanto quello della "vendetta".

Nulla della pagina della Shoah viene infatti mostrato o approfondito e gli intenti antirevisionisti e didattici dichiarati dallo stesso regista all'ultima Mostra del cinema di Venezia, dove il film correva per il Leone d'Oro, restano ai margini se non completamente esclusi dal racconto. A Egoyan interessa soprattutto costruire un thriller con finale a sorpresa in cui l'Olocausto non è altro che un pretesto. La Germania nazista, la persecuzione degli ebrei e i campi di sterminio, sono solo un episodio del passato, nascosto in qualche angolo della memoria del protagonista Zev Guttman (l'ottimo Christopher Plummer). L'anziano ebreo non ricorda nulla (facendo riferimento al processo di rimozione che investe le nuove generazioni), ma anche se affetto da un principio di demenza senile, decide comunque di portare a termine una missione: trovare l'ufficiale nazista che ha sterminato la sua famiglia ad Auschwitz e ucciderlo. Per portare a termine il progetto fugge dalla casa di riposo che lo ospita affrontando un periglioso viaggio attraverso gli Stati Uniti e il Canada.

Un viaggio pieno di sorprese attraverso una realtà che non sempre è ciò che sembra (la falsa verità altre volte esplorata dall'autore) affrontato secondo dinamiche che ricordano più "This Must Be the Place" di Sorrentino che il "Music Box" di Costa Gavras.

Tanto per sottolineare quanto l'artificio narrativo e la costruzione del colpo di scena siano al centro delle priorità, perdendo completamente di vista la dimensione etica e morale che chiunque affrontando un tema simile dovrebbe avere ben presente. Resta il buon lavoro di un cast formidabile (oltre a Plummer, Martin Landau e Bruno Ganz) e un finale d'impatto piuttosto intuibile ma teso a sconvolgere ogni certezza. (bea.fio.)

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