Eugenio Allegri, capocomico degli “Scarrozzanti”

TRIESTE. La drammaturgia di Giovanni Testori rappresenta uno dei momenti più alti del teatro italiano dell’ultimo ’900 e nel ricco corpus dell’opera dello scrittore e artista, la Trilogia degli Scarrozzanti – da cui è tratto l’Edipus che vedremo interpretato da Eugenio Allegri per la regia di Leo Muscato alla Sala Bartoli, da oggi (ore 19.30) a domenica – ha un posto e un fascino particolari. È composta dall’Ambleto (1973), dal Macbetto (1974) e dall’Edipus (1977) e scaturisce dall’incontro di Testori con Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah, il cui teatro – il milanese Salone Pier Lombardo – viene inaugurato il 16 gennaio 1973 proprio con la sua prima parte. L’intera trilogia fu accolta trionfalmente.
Il lavoro su Edipus, a distanza di 20 anni dalla storica interpretazione di Sandro Lombardi (applaudita nel 1996 anche allo Stabile) ed a quasi 40 dall’esordio con Franco Parenti, è ora affidato a Eugenio Allegri, e sembra essergli perfettamente appropriato.
È infatti proprio questa la dimensione dello spettacolo che Allegri e Muscato hanno confezionato e che è stato accolto in tutta Italia con rilevanti consensi di pubblico e critica. «La Trilogia degli Scarrozzanti – spiega Muscato nelle note di regia – è probabilmente uno fra i più significativi ed emozionanti manifesti d’amore per il teatro che siano mai stati scritti. Giovanni Testori inventa una compagnia di guitti che bazzica teatri semivuoti e fatiscenti. Una compagnia di ultimi, di avanzi, di diversi, di reietti dai partiti, dalle chiese e da una società che non vuol saperne nulla della loro arte. E per questo si ostinano a recitare le grandi opere del passato: le reinventano, le riscrivono; magari forse le massacrano. Nel tentativo di avvicinarsi al popolo, questa compagnia di guitti s’inventa una lingua che il volgo può comprendere, miscuglio di dialetti, latinismi e ridicole volgarità; un linguaggio che malgrado loro, si fa poesia struggente e disarmante».
Ma sull’ostinazione degli artisti a un certo punto hanno la meglio la fame e la crisi, e la compagnia inizia a perdere elementi. Prima se ne va l’attore anziano, che si adegua ad abbandonare i panni di Laio per il teatro di rivista. Poi tocca alla prima attrice: niente più teatro, ma una vita agiata al fianco di un ricco borghese. E dunque, quando si aprirà il sipario incontreremo solo il Capocomico, deciso a confrontarsi, ad un ad uno, con tutti i ruoli dell’Edipo. Ecco perché solo un attore come Eugenio Allegri, con la sua espressività mutevole e potente, poteva affrontare questa grande prova offrendo voce, corpo, tutto se stesso alle parole di Testori.
Lo spettacolo sarà replicato domani, giovedì e sabato alle 21, venerdì nuovamente alle 19.30, e domenica alle 17. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
Riproduzione riservata © Il Piccolo








