Germani: «Con Scamarcio sullo schermo la normalità degli affetti di una coppia gay»

l’intervista
trieste
Esce giovedì al cinema “Euforia”, il nuovo film di Valeria Golino, dove, accanto a Riccardo Scamarcio, recita l'attore triestino Andrea Germani. Un'avventura maturata nel tempo: «Cinque anni fa avevo fatto un provino per “Miele”, dove avrei dovuto interpretare il ragazzo malato di Sla che alla fine chiede l'eutanasia. Non sono stato scelto, anche se all’epoca Valeria mi aveva fatto capire che mi avrebbe tenuto presente per un eventuale altro film. Alla fine ho partecipato al provino per “Euforia”. È andata benissimo. Valeria era entusiasta. Abbiamo fatto il provino anche con Scamarcio, che però non è andato al massimo: in quel periodo aveva dei problemi familiari. Valeria mi piace molto come regista e attrice. Conosce i meccanismi di nascita dell'emozione ed è molto chiara in ciò che vuole».
Da regista donna, Golino come ha impostato il lavoro?
«Con una sensibilità diversa. In questo film – un po' la continuazione di “Miele” – tratta sempre il rapporto con la morte, ma la prende anche un po' in giro. C'è una delicatezza femminile, una cura nei dettagli, nel preservare l'attore, nel senso di chiedergli di andare a fondo nelle sue emozioni. Ha lavorato molto sul mio rapporto con Riccardo. La mascolinità di Scamarcio unita a una femminilità mia più presente, ha fatto sì che tra noi ci fosse un gioco. C'era una componente ludica enorme e nel contempo ti sentivi protetto».
Chi è il suo personaggio?
«Luca, compagno di Matteo (Scamarcio), che lo chiama “la dama di compagnia”. Sono una coppia omosessuale adulta, non c'è più la passione. Questo loro rapporto lo ritrovo un po’ ne “La bottega del caffè” che ho fatto a teatro. È un rapporto vittima-carnefice: io amo Matteo, lui mi ama e ha bisogno di me, perché io rappresento per lui la normalità. A un certo punto, però, Matteo tenta il suicidio ed è lì che forse gli dico per la prima volta che lo amo. E lui torna da me, perché sa che sono l’unica persona su cui può contare».
Il suo è un personaggio forte...
«Quando, come in questo caso, il tuo compagno tenta il suicidio e lo stai per perdere, diventi forte».
Come viene trattata dalla Golino l’omosessualità?
«Sullo schermo vediamo due fratelli completamente opposti: il personaggio di Valerio Mastandrea vive in periferia con la moglie che sta lasciando e con un figlio, mentre quello di Scamarcio è l’uomo di successo che vive una vita al massimo. Il suo è un tipo di omosessualità portata all'eccesso, ma, al tempo stesso, anche il nostro rapporto viene messo in luce nel film: quello di due persone che si vogliono bene. In generale si tende a vedere l'omosessualità come un qualcosa di estremo e non come un prendersi cura l’uno dell’altro. Credo ci sia un bisogno di normalità, di conoscenza della quotidianità e non dell’estremizzazione di un comportamento. Non bisogna confondere il privato con il pubblico».
Da una parte c'è la normalità e dall'altra quello che gli altri vogliono vedere…
«Esatto. O quello che tu sei costretto a far vedere perché così sei capito».
Il film punta sui rapporti veri…
«Molto. Valeria ha scelto un cast di persone che possono dare qualcosa di proprio al film e che si lasciano guidare da lei. Il montaggio è potente: la regista è riuscita a costruire un percorso che non ti aspetti».
Il film esce giovedì, lei sarà a Roma con “I Miserabili”...
«Cominciamo oggi al Teatro Quirino. Per me va benissimo perché posso unire la promozione del film con lo spettacolo. Poi saremo in giro per l'Italia e nuovamente in Friuli Venezia Giulia».
Nei Miserabili che personaggio interpreta?
«Enjolras, il capo dei rivoluzionari, è una testa calda che combatte da solo per i propri ideali, per quello in cui crede. Io cerco sempre di combattere, anche se poi nella vita devi fare i conti con tanti compromessi. Quello di Enjolras è combattere contro un sistema, quello napoleonico, che non permette l'evoluzione di una democrazia. È un aspetto anche del periodo storico che ora stiamo vivendo, dove una presa di coscienza su alcuni valori, su alcuni ideali e su alcune tematiche sarebbe d'obbligo». —
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