Giorgio Cisco va in Carinzia per il mezzo secolo di attività artistica

Cinquant’anni di attività, coronati dai concetti di sperimentazione e contaminazione e da due eventi espositivi: dopo l’interesse suscitato dalla personale di Giorgio Cisco alla Galleria Rettori...

Cinquant’anni di attività, coronati dai concetti di sperimentazione e contaminazione e da due eventi espositivi: dopo l’interesse suscitato dalla personale di Giorgio Cisco alla Galleria Rettori Tribbio, completamente trasformata da un allestimento che coniugava il passato al presente e al futuro, gran parte di quest’originale installazione sarà esposta da metà giugno a St. Kanzian am Klopeinersee (Carinzia), a conclusione del 7° Simposio Alpen Adria.

Un lavoro impegnativo, quello di Cisco, che unisce all’innovazione la capacità di realizzare affreschi, iterando i grandi maestri del passato attraverso l’uso della tecnica antica e operando successivi distacchi a strappo su tela degli stessi. Ma l’interessante di tutta l’operazione è l’attigua traduzione su supporto metallico degli affreschi, attraverso la computer graphic, in opere di grandi dimensioni, pari a quelle realizzate secondo il metodo classico. Che risultano così scomposte in centinaia di pixel colorati accanto alla riproduzione degli originali, siglati in trasparenza con il simbolo quasi invisibile di Coca Cola, Shell e Walt Disney. Per testimoniare per esempio che effettivamente l’affresco del 1529 di Gaudenzio Ferrari a Vercelli o quello raffigurante cavalieri medievali nella crociata contro gli Albigesi del 1211, sono stati riproposti da un artista del Duemila, padrone dell’antica tecnica, appresa in gioventù da Bastianutto all’Istituto Nordio di Trieste.

La strada di Cisco è stata spesso costellata da idee e interventi, anche con colleghi e allievi, connotati dalla capacità di pensare in grande scala con un uso del colore molteplice, coniugato a volte a particolari effetti luminosi. Come le potenti colonne che espose alla Tour Generali di Bruxelles nel ’97 o il grande mosaico di metri 24x2 con cui vinse il concorso nazionale per l’Autoporto di Fernetti o ancora le sculture in acciaio tagliate a laser e mosaico, ideate con il Gruppo & per le porte dello Stadio Rocco. E, tra le tante imprese artistiche (tra cui il viaggio-performance “Il cerchio chiuso” fino in Russia, completo di arresto), non va scordato l’impegno ventennale per l’Accademia Una, da lui fondata. Prossima missione: il prosieguo delle ricerche sull’uso del cristallo sintetico, espresse già negli anni ’90.

Marianna Accerboni

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