Il cast si è riempito di attori triestini e friulani

TRIESTE. Trieste è davvero fra i protagonisti principali di “Il ragazzo invisibile”. E, con lei, tanti attori e maestranze del Friuli Venezia Giulia che hanno lavorato gomito a gomito con Salvatores. «Nelle dodici settimane di riprese, più altre otto di preparazione, al film hanno lavorato più di venti maestranze locali e quasi 1200 comparse», specifica Federico Poillucci, presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission, punto di riferimento della produzione sul territorio.
E poi un gruppetto di bravi attori regionali, a partire dall’attrice Diana Hobel, nata a Napoli ma triestina d’adozione, che nel film ha il ruolo della professoressa Siani (e ha da poco intepretato Micol in uno spettacolo sui personaggi femminili di Giorgio Bassani a Ferrara). «Il modo in cui Salvatores dava le indicazioni ai ragazzi era molto tranquillo: non si sentiva affatto lo scalino generazionale», racconta l’attrice. «Tutti sul set erano trattati nella stessa maniera e nell’aula, coi ragazzi, riuscivo davvero a sentire attorno a me una classe con tutte le sue dinamiche, anche se ho girato le mie scene nei primissimi giorni di riprese».
Nel cast ci sono anche i triestini Zita Fusco, nei panni dell’allenatrice di ginnastica artistica di Stella, e Francesco Gusmitta, che interpreta il padre di Brando, il campioncino di tennis. «Mi sono divertito moltissimo», dice l’attore, che sta preparando lo spettacolo “V per Veritas” tratto da monologhi di Patrizio Ranieri Ciu. «Salvatores è un po’ uno sciamano: nelle varie produzioni si respira a seconda di com’è il regista. E con lui c’era una gentilezza difficile da incontrare sui set». Compaiono poi gli udinesi Maria Grazia Plos (ma triestina d’adozione) nel ruolo della preside (e fino al 22 dicembre anche in scena alla Sala Bartoli nello spettacolo “Trieste città in guerra”) e Paolo Fagiolo, nella divisa di un soldato russo, i triestini Franko Korošec (nel ruolo di uno scienziato russo) e Maurizio Rapotec (addetto ai computer) e la cividalese Maria Sole Mansutti (la mamma di Stella). I veri protagonisti, però, sono i ragazzini: una delle sorprese migliori del film è la piccola Assil Kandil (nel ruolo di Candela), triestina di famiglia palestinese e libanese e nata in Israele. Ma dalla regione vengono anche i piccoli Mattew Dwayne Pine, Giorgia Vinci, Tommaso Torcello, Leonardo Pintar e Andrea Hu, triestino di origine cinese. Il cruciale casting degli attori minorenni è stato realizzato da Antonella Perrucci per Galaxia Film, che ha scovato anche il protagonista Ludovico Girardello. «Al nostro casting hanno partecipato circa 1800 bambini arrivati da tutto il Nord Italia: tra questi sono stati scelti cinque dei sei ragazzini protagonisti, mentre solo uno è stato scelto all’altro casting di Milano. Per noi, dunque, una grande soddisfazione», spiega Perrucci. «Con Alessandro Quattro, assistente di Salvatores e acting coach sul set che ha già lavorato anche ad “Educazione siberiana”, abbiamo fatto una prima selezione per arrivare a circa un centinaio di bambini, poi ridotti a cinquanta: fra questi Salvatores ha scelto una trentina di bambini ai quali ha fatto il provino direttamente».
(el. gra.)
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