Il cemento brutale della Georgia anima dell’Urss che non c’è più

Si inaugura oggi alla DoubleRoom l’esposizione delle immagini dei fotografi di architettura Roberto Conte e Stefano Perego. Domani l’incontro al San Marco
Corrado Premuda



Il Modernismo sovietico è uno stile architettonico sorto lo scorso secolo tra gli anni ’50 e la caduta dell'Urss ed è caratterizzato dall'incontro tra elementi sovietici e tratti islamico-persiani. Alle lastre di cemento grigio sono affiancati infatti piastrelle colorate, motivi di mosaici, forme rettilinee e curvature decorate che danno vita a un design imponente, vicino allo stile brutalista, del tutto originale e suggestivo.

I fotografi Roberto Conte e Stefano Perego attraverso venticinque scatti hanno creato uno speciale reportage che è diventato una mostra, “Soviet Georgia”, che testimonia il patrimonio architettonico della Georgia dalla fine degli anni ’60 alla fine degli anni ’80. L'esposizione, curata da Massimo Premuda, è un evento del Trieste Film Festival e si apre oggi alle 18 nella galleria DoubleRoom mentre domani i due autori saranno protagonisti di un incontro al Caffè San Marco, sempre alle 18.

Conte e Perego tornano a Trieste a due anni dalla mostra “Modernistan” tenutasi al Mercato Coperto e dedicata all’architettura sovietica in Asia Centrale e continuano a raccontare il fenomeno della modernità architettonica sovietica, questa volta nella sua declinazione georgiana, una tra le più sorprendenti ed espressive di tutta la ex Unione Sovietica. Nelle loro foto appaiono immagini di strutture spesso straordinarie, sopravvissute al sistema politico che le ha generate, e il loro risulta un viaggio quasi fuori dal tempo che restituisce un’immagine della Georgia del passato, quando era legata all’Urss, ma anche una del presente, oggi che lo Stato lotta per l’identità. E infatti l’eredità sovietica, nell’architettura come nelle altre sfere del vivere, evidenzia le peculiarità e i contrasti di uno Stato transcontinentale affacciato sul Mar Nero che si adagia proprio sulla linea di demarcazione che convenzionalmente separa l'Europa dall'Asia.

La mostra restituisce alcuni spaccati visivi e sociali delle principali città georgiane come Chiatura, Gori e Zestafoni, ritrae i monumenti di Zhinvali e Marneuli e infine documenta la vita sociale della capitale Tbilisi, dai palazzi del potere a quelli della cultura e dell’educazione, dalle case popolari al suo cimitero.

La Georgia, che ha dato i natali a Stalin, risulta oggi agli occhi dei fotografi come un paese in transizione tra un passato totalitario e un futuro incerto e con un’eredità architettonica dal taglio brutalista e modernista costituita da edifici spesso riconvertiti. Un paesaggio urbano che caratterizza tutto il paese, dai monumenti con figure umane esasperatamente espressioniste alla rudezza delle geometrie astratte del cemento a vista.

L’architettura è stata uno strumento privilegiato dai sovietici per esercitare la loro ideologia che glorificava l'Unione Sovietica, ma ci sono stati anche tentativi di fondere stili architettonici diversi, come nel caso del palazzo dell’ex Ministero per la Costruzione delle Autostrade del 1975, un singolare progetto che tentò di mescolare, ancora in piena era sovietica, le diverse influenze architettoniche della tradizione georgiana, come i suoi caratteristici tetti, con le utopie dei grattacieli orizzontali di El Lissitzky.

Se le origini sono legate alle opere di Le Corbusier, il termine Modernismo architettonico sovietico è stato introdotto una decina di anni fa, in particolare per merito del fotografo francese Frederic Shubin dopo un suo viaggio esplorativo nel 2000 nei territori dell'ex Urss. Con l'eccezione della parte decorativa, questo stile ha alla base il Brutalismo e le sue qualità: la funzionalità delle forme e delle strutture massicce, l'aspetto urbano degli edifici, le soluzioni audaci e intricate che riflettono la complessità della vita sovietica e infine il principale materiale utilizzato, ovvero il cemento armato. Roberto Conte e Stefano Perego sono fotografi giramondo specializzati nella ricerca e nella architecture photography.

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