Il prof Andrea Maggi dal Collegio in tv al romanzo «Ecco i miei studenti»

la recensione
Il rapporto, spesso conflittuale, tra ragazzi e adulti è argomento sempre allettante per un autore. Se per di più l'autore è un insegnante, forte delle quotidiane esperienze con il mondo e il carattere dei suoi allievi, il tema diventa quasi obbligatorio. E così Andrea Maggi, lo scrittore di Pordenone che insegna lettere a scuola e che è diventato un personaggio televisivo interpretando il severo professore del docu-reality “Il Collegio” targato Rai, esce ora in libreria con il romanzo “Guerra ai prof!” (Feltrinelli, pagg. 159, euro 13) che viene presentato alla libreria Feltrinelli domani alle 18. Una storia espressamente rivolta ai giovani lettori, a quel target di pubblico non sempre facile da intercettare che però Maggi conosce bene.
Dopo i gialli storici “Morte all'acropoli” e “Il sigillo di Polidoro”, Maggi mette al centro del racconto Leonardo Damiani, un quattordicenne dispettoso e irrequieto, sempre pronto a escogitare scherzi più o meno pesanti ai suoi professori e agli adulti in generale, fino a che la sorte non gli volta le spalle. L'ispirazione nasce chiaramente tra i banchi di scuola. «Insegno da quindici anni - dice Andrea Maggi - e in questo libro ho messo insieme le perle raccolte nel tempo. Naturalmente ho esagerato e drammatizzato ma i personaggi sono in effetti la crème di ciò che ho visto passare davanti a me».
Chi è Leonardo, una summa dei suoi allievi? «Leonardo racchiude il meglio del peggio dei miei studenti. Anche il nome e il cognome del protagonista, Leonardo Damiani, sono omaggi a un mio alunno di oggi e a uno del passato. Gli adulti, invece, sono personaggi di fantasia: ho cercato di guardare gli adulti attraverso gli occhi dei ragazzi che ci vedono in modo ridicolo. Gli adulti dettano le regole ma poi le trasgrediscono, un esempio eclatante è il cellulare: noi siamo spaventati dal rapporto dei giovani con questo strumento ma poi siamo i primi a usarlo in maniera errata».
È difficile scrivere un romanzo per ragazzi? «Questa è la prima volta per me - continua Maggi - fino adesso ho scritto sempre per adulti. Ma avevo una storia in testa e l'ho voluta scrivere per mia figlia che è una lettrice forte ma non aveva mai letto niente di mio perché ha quattordici anni e i miei libri non sono adatti a lei. Così ha letto la storia, mi ha fatto la scheda-libro e mi ha dato nove e mezzo! Allora ho pensato che potesse esserci del potenziale e l'ho proposta alla Feltrinelli».
Il ruolo dell'insegnante oggi è delicato ed è molto cambiato rispetto alla visione classica della scuola. «L'insegnante oggi è un consulente umano e familiare, un fratello maggiore, ma è anche lo zerbino d'Italia: sembra che dobbiamo risolvere noi tutti i problemi del mondo e veniamo chiamati in causa anche per cose che esulano dal nostro ruolo. Invece con lo stipendio che riceviamo avremmo bisogno di maggiore considerazione. Il recente caso di Palermo mi ha molto intristito: qualsiasi cosa si pensi, gli studenti hanno espresso la loro opinione e non trovo giusto che la professoressa ne abbia preso la colpa. Si è trovata in mezzo alla campagna elettorale...».
Ha interpretato il professore nel docu-reality Rai “Il Collegio”. Com'è iniziata quest'avventura? «Ho ricevuto un'email in cui mi chiedevano di partecipare a un programma televisivo. Pensavo fosse lo scherzo di un amico. Ma poi l'esperimento mi è sembrato interessante e ho accettato. Ne sono venute fuori tre edizioni, l'ultima di grande successo, e io mi sono divertito molto. Il programma viene girato nella modalità reality, sembra costruito ma in realtà io sono spontaneo. L'unica richiesta degli autori è quella di attenersi al modo di insegnare del passato, con la mentalità degli anni Sessanta. Ovviamente mi veniva da ridere: a quei tempi gli adulti comandavano e a me non sembrava vero perché tutto questo potere oggi l'insegnante non ce l'ha. E poi io non sono severo né rigido».
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