Il Saggiatore fa ancora ruggire “Il leone di Lissa”

Torna in libreria un long-seller della narrativa di viaggio, o della saggistica storica legata alle nostre terre. Il Saggiatore pubblica infatti una nuova edizione de “Il leone di Lissa -Viaggio in Dalmazia” (pagg. 220, Euro 18,00), di Alessandro Marzo Magno, con prefazione di Paolo Rumiz, una delle narrazioni più coinvolgenti sulla storia, i personaggi e le vicende delle coste dalmate.
Vent’anni di Fascismo, quaranticinque di comunismo, dieci di nazionalismo: un totale che “fa circa l’aspettativa di vita media di un europeo d’oggi”, scrive l’autore, iniziando da questa sintetica contabilità la sua lunga escursione lungo la sponda orientale dell’Adriatico, un mare “diventato sempre più largo”, come se gli anni e la storia ne avessero allontanato le sponde.
Fino alla prima guerra mondiale, invece, la Dalmazia faceva parte “di un mondo in cui il mare univa, più che dividere”, per cui viaggiare oggi in Dalmazia è come rimettere insieme i tasselli di un puzzle scompaginato.
Marzo Magno, che Rumiz in prefazione definisce autore con “parlata veneziana e faccia da birraio boemo, perfetto esemplare del contatto fra Mare di mezzo ed Europa di mezzo”, sceglie di partire da un lago d’acqua dolce su un’isola del mare per il suo viaggio in Dalmazia, novello abate Fortis che quel viaggio effettuò a metà del Settecento. Marzo Magno sceglie questo punto di partenza perché il lago Vrana sull’isola di Cherso, “uno dei gioielli più preziosi del golfo del Quarnero” è un fenomeno naturale che rispecchia l’originalità dei suoi abitanti, che si sono sempre sentiti non “parte” di qualcosa, ma “sotto” qualcuno: sotto Venezia, sotto Napoleone, sotto l’Austria, sotto l’Italia, sotto la Jugoslavia.
È il destino di una terra dalle identità frammentate, che Marzo Magno indaga scorazzando in lungo e in largo a Lussino, Veglia, Arbe, Pago, Zara e avanti fino a Spalato e Brazza e Curzola. E in mezzo a queste identità frammentate, spesso famiglie divise, memorie contrastate, Marzo Magno cerca le fila che uniscono, che tessono la fragile tela che avvolge i popoli e che spesso la Storia si incarica di lacerare.
Personaggi, memorie, curiosità: a Spalato c’è un discendente di Nicolò Tommaseo, a Curzola ecco le tracce dell’ufficiale britannico che ha ispirato a Ian Fleming la figura di James Bond e ad Arbe si sente parlare del vescovo che scoprì l’origine dell’arcobaleno.
La Dalmazia è, dice Rumiz, l’altra costa ma lo stesso mare: il mare dell’intimità. Questo reportage colto, divertente e vivo ce la fa scoprire, o riscoprire, perché storie e memorie vanno vengono come la risacca del mare. (p. spi.)
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