Immagini d’arte firmate Zangrando

Si inaugura a Padova “Frame”: sei foto ritraggono volti e pietre miliari del contemporaneo
Di Paola Targa

Un video clip che si apre con una campitura arancio a sfumare sulla pulsante città di New York e i suoi murales di street art firmati Kobra per poi arrampicarsi in verticale, perfetto colpo d'ala, sui numeri in led azzurri e luminosi, tratto inconfondibile di Mario Merz. “Frame”, la personale fotografica di Alessandro Zangrando, curata da Barbara Codogno, è un omaggio alla bellezza delle immagini dell'arte. Zangrando è giornalista, da sempre un grande conoscitore ed estimatore d'arte contemporanea. Un giornalista che si muove, va a vedere le mostre, va a conoscere gli artisti. Senza preconcetti, curioso, coraggioso. Riesce sempre a scovare la bellezza, dotato com'è di un infallibile fiuto estetico. Come testimonia il suo blog Neometro: immagini pulite commentate da efficaci didascalie. Un giornalista che ha fatto della perfezione della sintesi il suo tratto distintivo. Nella 03 Art Gallery dell'Amsterdam Café di Padova, nel solco di una proposta che privilegia la trasversalità del linguaggio artistico contemporaneo, da domani al 20 ottobre, saranno esposte sei grandi fotografie che ritraggono volti noti e opere "miliari" dell'arte contemporanea, scatti che Zangrando accompagnerà con un video clip con musiche originali di Fabio Poli. Per l'occasione il musicista si esibirà dal vivo, innestando i suoi interventi live su un tappeto sonoro realizzato per Frame. In questa Frame incontriamo Fabrizio Plessi (Monumenta/Agrigento/Primavera 2012); Marina Abramovi„ (Venezia/Estate 2013); Doze Green (The bridges of graffiti/ Venezia/Primavera 2015); le opere di Igor Mitoraj (Contini Art Uk/Londra/Primavera 2014); quelle di Marisa Albanese (Post-classici/Roma/Estate 2013) e l'installazione di Eric Doeringer (Shit and die/Torino/Autunno 2014). Racconta Zangrando: «Marina Abramovi„: un incontro in una mattina di fine estate al Danieli. Era a Venezia per un documentario sulla sua vita. Gentile, decisa, materna e guerriera. Aveva gli occhiali perché si era fatta male durante una gita. Mi ha raccontato anche dei suoi genitori, si curavano le ferite di guerra con la polvere da sparo. E poi Doze Green, uno dei grandi della street art, arte che amo e seguo da vicino. Il suo è uno stile inconfondibile, con elementi etnici e cubisti. Espongo un frame anche di "Classici e post classici", la mostra curata da Vincenzo Trione al Foro Romano. Le sculture di Marisa Albanese sembravano dei guerrieri atterrati dal futuro. Semplici, minimali, stilizzati e pacifici». Perché Zangrando fotografo non è dissimile dal Zangrando giornalista: laddove la parola è sempre elegante ma senza nessuna concessione barocca, qui l'immagine è esattamente quello che è.

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