In fila per la pipì nel wc d’oro di Cattelan

NEW YORK. Trevor White ha lasciato un cantiere edile vicino al Guggenheim Museum di New York anticipando la pausa pranzo per provare di persona l'ebbrezza del wc d'oro di Maurizio Cattelan.
«America», questo il titolo dell'«opera» installata al quinto piano della rotonda di Frank Lloyd Wright gli «parla» in due modi: «Da un lato - dice - la percezione del nostro paese come terra di tutti gli eccessi, dall'altro anche di quella delle opportunità. Che, se lavori sodo, alla fine puoi permetterti anche questo», risponde ai giornalisti che gli chiedono se a suo avviso l'ultima provocazione dell'artista padovano sia un’ode alla dicotomia tra «l'un per cento degli ultraricchi alla Donald Trump e il resto 99 per cento degli Usa».
Il wc di Cattelan è rivestito a 18 carati e la guardia della security invita a usarlo con riguardo: «Non alzate la predella». Precauzione necessaria a non usurare l'«opera d'arte», ma che comporta una costante opera di pulizia: passa un addetto ogni quarto d'ora. Cattelan era venuto nei giorni scorsi a soprintendere all'installazione della tazza in uno dei bagni unisex del museo. Un controverso ritorno dopo che 5 anni fa, proprio al Guggenheim, il padovano aveva dato addio all'arte con «All», la retrospettiva della sua opera omnia.
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