Jesus Christ Superstar ha 50 anni Oggi online l’edizione dei big

Il musical di Lloyd Webber e Tim Rice da mezzo secolo un successo planetario Sul canale Youtube “The shows must go on” Tim Minchin, Mel C, Ben Forster

Sara Del Sal

Cinquant’anni e non dimostrarli. Festeggia il mezzo secolo proprio in questo anno uno dei titoli più famosi della fortunata coppia creativa formata da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice: Jesus Christ Superstar. Un compleanno che non passa inosservato nonostante la chiusura dei teatri a tutti i cultori della musica rock, che proprio nel 1970 si sono ritrovati tra le mani un concept album strano, che narrava una storia senza tempo ma che lo faceva attraverso delle canzoni ritmate, ballabili e orecchiabili che si alternano a qualche ballad. In quell’occasione, per dare voce a personaggi raccontati da due giovani pressocchè sconosciuti ma pieni di talento, furono ingaggiati Ian Gillan, storica voce dei Deep Purple per il ruolo di Jesus, Murray Head per Judas, Michael d’Abo per Re Erode e Yvonne Elliman come Maria Maddalena. Un cast incredibile, che fa di quell’album un vero e proprio oggetto da collezione.

Ma Jesus Christ Superstar è molto altro, anche perché un anno dopo, nel 1971, debuttò a Broadway il 12 ottobre dove restò in scena fino al 1973, chiudendo dopo 711 performance. Solo nel 1972 lo spettacolo debuttò a Londra, al Palace Theatre, dove restò in scena per otto anni, confermandosi al primo posto tra gli spettacoli più longevi di quel tempo. Proprio a Londra, poco prima della sua morte, lo stesso Dmitri Shostakovich vide lo spettacolo e si dichiarò rammaricato di non aver mai pensato di comporre qualcosa di così diverso, capace di mescolare una rock band con una orchestra sinfonica.

Un debutto così originale non passa di certo inosservato e non mancarono controversie e condanne. Blasfemo, offensivo per molti religiosi, addirittura “irreligioso” per il Sud Africa, che lo mise al bando. Anche la Repubblica Ungherese scelse di bloccare lo spettacolo, in questo caso per “distribuzione di propaganda religiosa”. A quel punto Jesus Christ Superstar aveva tutto quello che è necessario per diventare un successo planetario: amore e odio. Non fu quindi difficile, nel 1973, adattare l’opera rock, perchè di questo tecnicamente si tratta, non prevedendo parti recitate, al grande schermo. Norman Jewison riadattò il lavoro di Webber e Rice e con un cast di artisti del calibro di Ted Neeley, Carl Anderson, Yvonne Elliman, Barry Dennen, Bob Bingham e Kurt Yaghijan creò un capolavoro che costò circa tre milioni e mezzo di dollari, ma fu capace di guadagnarne oltre ventiquattro milioni.

Narrando le vicende dell’ultima settimana della vita terrena di Gesù, lo spettacolo e lo stesso film sono diventati da sempre degli appuntamenti legati alle festività pasquali. In Italia è il film a rientrare in programmazione tra il venerdì santo e la domenica, mentre ci sono paesi, come l’Austria, che riprogrammano lo spettacolo a teatro per due settimane di repliche sold out.

In tempi di Coronavirus uno dei più attivi, almeno sul web, è proprio lo stesso Andrew Lloyd Webber, che ha iniziato da subito a mostrarsi al pianoforte per esaudire le richieste dei fan. Ma dalla scorsa settimana è partito un nuovo canale Youtube, “The shows must go on!” (Gli spettacoli devono continuare!) attraverso il quale è possibile seguire, per 48 ore, i suoi lavori. E quale titolo migliore per la settimana di Pasqua? Stasera, quindi, dalle 19 inglesi, le 20 in Italia, avremo una una sorpresa: vedremo l’edizione faraonica pensata per il pubblico inglese nel 2012. Un cast capitanato dal cantautore australiano Tim Minchin che interpreta Judas, affiancato dalla Spice Girl Mel C nel ruolo della Maddalena e Chris Moyles in quello di Erode. Ben Forster, Jesus, è stato votato dal pubblico attraverso un programma televisivo, Superstar, in cui si cercava appunto Gesù. Potremmo anche brindare a questo compleanno, ricordandoci che nei teatri inglesi ci si può portare i bicchieri in sala e che per noi la visione sarà da casa. —



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