José Carreras canta a Lubiana tappa del tour di addio alle scene

Come per ogni star, il ripensamento è sempre dietro l'angolo, ma quello di José Carreras vuole essere davvero un addio. Il grande tenore catalano sarà domani a Lubiana, all'Arena Stožice, dove già si era esibito nel 2010. L'appuntamento costituisce una tappa, organizzata da Event24, di “A farewell to music in the final world tour”; l'inizio è fissato per le 20. Sul palco, Carreras sarà affiancato dalla Rtv Slovenia Symphony Orchestra per proporre un repertorio tra opera, operetta e musical, «canzoni - confessa - che quando le ascolto mi commuovono sempre e sempre mi entusiasmano: in esse trovo la passione e l'emozione, nel mio cuore e nella mia anima, che esprimo attraverso la mia voce», dice il cantante che in molti ricordano per aver fatto parte di una mitica triade accanto a Luciano Pavarotti e Placido Domingo.
Non in molti, però, ricordano che il progetto dei “Tre tenori” era nato proprio per festeggiare il ritorno di Carreras sui palcoscenici dopo la guarigione dalla malattia che lo aveva colpito qualche anno prima. Il cantante ha poi fondato la “Josep Carreras Leukaemia Foundation”, con sede a Barcellona e di cui è tuttora il presidente.
«Nel 1988, quando mi sono ripreso dalla leucemia - spiega il tenore - mi sono posto un obiettivo: aiutare coloro si trovano nella mia stessa situazione ad avere più opportunità. Dalla creazione della Fondazione non abbiamo smesso di promuovere e realizzare progetti con un unico obiettivo: fare in modo che la leucemia diventi una malattia curabile in tutti i casi».
Quello dei Tre Tenori, in seguito, è diventato un marchio di fabbrica, un brand in grado di muovere interessi a molti zeri: dopo la prima tappa alle Terme di Caracalla, alla vigilia della finale dei mondiali di calcio di Italia '90, a dirigere c’era Zubin Mehta, di concerti in giro per il mondo Pavarotti, Domingo e Carreras, ne hanno fatti oltre trenta, sempre con enorme successo.
Ma già la voce di Carreras era diventata più scura, lontana da quella degli esordi, anche per scelte interpretative discutibili, per cui il primo periodo del tenore, dagli anni Settanta a metà degli anni Ottanta, è quello che i melomani ricordano con maggior apprezzamenti: allora, Carreras aveva una voce limpida, morbida e suadente che poteva per certi versi accostarsi a quella del suo modello, Giuseppe Di Stefano.
Ha lavorato con tanti: con Muti, Abbado, Levine, Sinopoli, Chailly, Karajan (con il quale ha cantato più di Domingo, più di Pavarotti), esibendosi nei più importanti teatri, dal Metropolitan di New York alla Scala, con partner d’eccezione quali Montserrat Caballé e Katia Ricciarelli, anche sua compagna nella vita, per molto tempo.
Certe sue registrazioni danno prova di un cantante dotato come pochi altri: Donizetti, Verdi, Puccini e altro ancora tra cui “Carmen” e “West side story” diretta dal suo autore, Leonard Bernstein. Poterlo ascoltare a pochi passi da noi, pare quindi un’occasione preziosa, alla luce di una storia gloriosa, che, dopo un’infinità di applausi, è destinata a chiudersi: il grande Carreras, poi, si dedicherà sempre maggiormente alla sua Fondazione. —
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