La “danza lenta” di Nieder per il marito di Carla Fendi

Essere accostato a Beethoven in un concerto dell'orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano al Parco della Musica di Roma, debuttando con la prima assoluta di un brano commissionato da Carla Fendi, è la bella soddisfazione e il più recente, prestigioso riconoscimento ottenuto dal compositore triestino Fabio Nieder.
Alcuni giorni fa il suo nuovo brano, “Danza lenta di C. S. tra gli specchi”, è stato tenuto a battesimo nell'ambito del ciclo di concerti "Beethoven e i contemporanei". Con questa commissione Carla Fendi, attraverso l'omonima Fondazione, ha voluto ricordare la passione musicale del marito Candido Speroni.
Il celebre direttore l'ha descritto come un brano notturno, avvolto in un alone di mistero. Le iniziali del titolo hanno intrigato orchestrali, pubblico e critici, ma il compositore si è riservato di rivelare la dedica nascosta soltanto al quotidiano della sua città, anche perchè il mistero è fortemente legato al mondo culturale triestino. «Ci sono brani con un programma che non viene rivelato, per mantenerne l'aspetto enigmatico», da detto Nieder. «In partitura ho inserito simboli sonori (ad esempio una campana che batte le nove) che creano all'ascolto una curiosità e una tensione che trovano la soluzione nella musica stessa. Finora non ho voluto rivelare l'identità di C.S., ma penso che Trieste sia il luogo dove il mistero debba essere finalmente svelato: si tratta di Cesare Sofianopulo, pittore e prozio del compositore Marco, una personalità di grande rilievo e originalità. Questo brano - ha spiegato ancora Nieder - è una visione che deriva dai racconti di Antonio Sofianopulo, che mi parlava di serate di danze greche, magari vestiti da greci antichi, un'immagine che è per me il riflesso di una Trieste piena di iniziative, fantasia, spirito».
Come immagina l’esecuzione del brano?
«Con un danzatore dal vivo, ma all'Accademia non è stato possibile, perché la serata era legata a un carattere concertistico specifico. Il brano contiene mistero e teatralità, l'aspetto della danza che rallenta fino a fermare il tempo e tutto questo può anche essere solamente immaginato. La teatralità risiede in questa musica, ma in maniera astratta».
Si è parlato però anche di una relazione con le iniziali del dedicatario della commissione.
«Il marito di Carla Fendi era un appassionato musicofilo. Per ricordarlo si è voluto chiedere a un compositore contemporaneo di onorare il suo rapporto con la musica. Che le sue iniziali siano le stesse mi stupisce fino a un certo punto. Qualche musicista l'ha definito un pezzo spiritico ed è certamente un pezzo lugubre, scuro, denso, che alla fine trova una liberazione. Le immagini sonore sono legate al mondo di Sofianopulo, evocano fantasmi che sono a volte travestimenti. Non mi sono stupito quindi di questa connessione segreta e spontanea con il vero committente».
Come è stato vissuto e accolto da orchestra, direttore e committente?
«Carla Fendi ha espresso soddisfazione e gioia per l'atmosfera creata dal brano, l'orchestra è stata magnifica. Pappano ha un modo molto particolare, viscerale e spontaneo di rapportarsi agli orchestrali, una sorta di effusione spirituale. Non è stato soddisfatto finchè non è riuscito a realizzare il mio pezzo come lo sentiva internamente. Questa piccola magia è avvenuta e lui mi ha ringraziato per essere entrato in questo mondo sonoro: conosceva altri miei brani, ma leggeri e liederistici, scritti per Barbara Hannigan, ma questo è un pezzo molto diverso, un brano che esalta il rapporto con la terra. La contrapposizione alla danza lenta è data dalla presenza di tre ottavini che come tre uccellini indicano a C.S. come una danza possa essere anche un movimento aereo, vorticoso, che lo trasporta verso l'alto insieme a un'orchestra sempre più leggera e turbinante che si solleva e scompare nel cielo».
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