La doppia vita segreta della seconda moglie di Giuseppe Verdi

Sul Piccolibri un ritratto  di Giuseppina Strepponi le arti geniali  di Renato Zveteremich e Lucio Saffaro
Pietro Spirito



Il soprano Maria Clelia Giuseppa Strepponi, detta Giuseppina (1815 – ), fu la seconda moglie di Giuseppe Verdi nonché grande amica, confidente e consigliera, avendone curato per molto tempo gli affari. I suoi carteggi sono tra i documenti più importanti per ricostruire la biografia verdiana. Figlia di una famiglia di musicisti, Giuseppina Strepponi (detta familiarmente Peppina) nacque a Lodi, prima dei cinque figli di Rosa Cornalba e di Feliciano Strepponi, organista al Duomo di Monza e modesto compositore d'opera che divenne poi assistente del direttore del Teatro Grande di Trieste. E proprio qui, a Trieste, prima di impalmare Verdi, Giuseppina partorì prematuramente il terzo figlio, una bimba, Adelina, figlia illegittima di una relazione, si scoprirà, con Napoleone Mariani, conosciuto come “il tenore della morte”. La vicenda triestina di Giuseppina Strepponi è raccontata nell’Effemeride che fa da copertina all’inserto del Piccolibri in edicola domani con il quotidiano. Inserto che ricorda altri personaggi di Trieste dimenticati o poco ricordati che hanno lasciato un segno nella cultura nazionale. Come Renato Zveteremich, nato a Trieste nel 1893 da genitori fiumani, e destinato a diventare punto di riferimento in quella “cultura d’impresa” che ebbe i Adriano Olivetti uno dei suoi maggiori esponenti. Proprio alla Olivetti Renato Zveteremich fu pioniere di un nuovo modo di fare la pubblicità. Le sue grafiche avrebbero fatto scuola e influenzato artisti quali Bruno Munari, Luigi Veronesi, Giovanni Pintori e altri. Altro genio delle arti grafiche e pittoriche fu Lucio Saffaro, matematico, fisico, poeta e pittore. Nato anche lui a Trieste, e morto a Bologna nel 1998, Saffaro ha lasciato un corpus di opere pittoriche e letterarie che ne hanno fato uno dei più poliedrici e originali artisti del Novecento. L’inserto Piccolibri dedica poi ampio spazio alla mostra fotografica allestita al Castello di Udine con le straordinarie immagini dell’occupazione dei cosacchi in Friuli. Non manca una “cartolina” inviata da Londra dall’eclettico artista muggesano Ennio Ficiur, e una “Mappa d’autore” dedicata al quartiere di San Giacomo a Trieste. —

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