La prima biografia a vent’anni da Mogadiscio
Era il 1994. Sono passati vent’anni da quando l’operatore video triestino Miran Hrovatin è stato ucciso a Mogadiscio insieme alla giornalista Ilaria Alpi. Filmavano il ritiro dei soldati italiani dalla Somalia e indagavano su traffici illegali, armi e rifiuti tossici. A vent’anni da Mogadiscio, la Videoest - la casa di produzione fondata da Miran - i suoi amici, la moglie e il figlio con il regista Giampaolo Penco, hanno realizzato “Saluti da Miran”, un documentario biografico che per la prima volta racconta l’uomo e il giornalista Miran Hrovatin. Un omaggio e molto di più: perchè con questo lavoro si restituisce un periodo cruciale della nostra storia, nel quale confluiscono le immagini di Miran dagli anni ‘70 agli anni ‘90 e le immagini dei reportage di guerra da lui girati, in gran parte inediti.
In anteprima assoluta, “Saluti da Miran” sarà proiettato al Premio Luchetta 2014 domani (ore 17.15, Sala Predonzani). Domani sarà anche inaugurato il percorso espositivo “I nostri angeli”, alle 17, nel palazzo della Regione in piazza Unità. Le migliori 10 foto nel ricordo di Miran Hrovatin, curato da Prandicom per la Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin. L’iniziativa riunisce gli scatti che, dal 2004 al 2014, hanno vinto al Premio Luchetta nella sezione Miran Hrovatin per la migliore immagine fotografica. Alle 18 la vicenda di Miran e di Ilaria Alpi sarà al centro dell’incontro su “Il caso Alpi-Hrovatin: finalmente la verità?”, condotto dal vicedirettore del Tg3 Giuliano Giubilei, alla quale prenderanno parte il presidente del Premio Ilaria Alpi Francesco Cavalli con la moglie di Miran, Patrizia Hrovatin e il regista Giampaolo Penco.
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