L’amatriciana rivive da Bea & Benny

Simpatia romana e onestà delle ricette senza dimenticare la buona pizza
Di Furio Baldassi

Duro il destino del ristorante tipico-regionale. Perchè il triestino ingurgita, sì, praticamente di tutto, ma è di una diffidenza assoluta. E, dunque, questo si riflette nel suo approccio alle novità. Fuor di metafora, è questo uno dei motivi per cui bisogna andare con i piedi di piombo quando si tratta di recensire un locale “tipico”. Primo, perchè non si sa quanto possa durare, e non c’è cosa peggiore che parlare di un posto che subito dopo tira giù le serrande. In seconda battuta, prima di poter parlare di locale “radicato” sul territorio bisogna lasciare che il tempo segua il suo corso.

Detto questo, la cucina di Bea & Benny, aperta da quasi quattro anni, ha decisamente superato il rodaggio. Così come la sua proposta, tipicamente romana. E dunque ruspante, ben condita, con porzioni che vi possono stendere se non siete abituati, ma che nell’Urbe sono assolutamente consuete. Per dire: un normale piatto di pasta viaggia regolarmente attorno ai due etti e mezzo, tre etti, a fronte di un esborso di appena 8 euro!

Solo che non è il solito trucco di chi punta sulla quantità e non sulla qualità. Quei tre etti ve li mangereste tutti, facendo anche la scarpetta! Nel nostro caso possiamo parlare di una “carbonara” straordinaria, ma la considerazione vale anche per la cacio e pepe, per l’amatriciana, per tutti i primi e i saporitissimi secondi. Se, dunque, decidete di ordinare la porchetta di Ariccia o una coda alla vaccinara preparatevi a un intervento quasi chirurgico su una quintalata di carne.

Bea, nickname dell’originario Beatrice e Benny, diminutivo di Beniamino, arrivano da esperienze diverse. Lei è stata nella ristorazione praticamente da tutta la vita, lui nella polizia. Il cibo li ha uniti, con Trieste a fare da contorno in maniera abbastanza casuale, anche se alla fine vivono qui da quasi un decennio. La loro simpatia romana e l’onestà dei loro piatti hanno fatto la differenza. Ti fanno dimenticare, ad esempio, quelle sedie bavaresi col cuoricino che sanno tanto di Oktoberfest “de noantri” e un arredamento da pizzeria che non è fuori luogo. Perchè siamo in una pizzeria e i ragazzoni dietro al separè sfornano anche delle apprezzatissime pizze, molto richieste per l’asporto.

Non è certo la varietà dell’offerta che manca, qui, in via del Rivo. E allora rilassatevi e aprite le danze. Se la pasta o la pizza sono nelle vostre corde, questo è assolutamente il vostro posto.

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