Marina Abramovi„ a Londra «Non farò nulla per 512 ore» Dall’11 giugno la nuova performance dell’artista serba alla Serpentine Gallery grazie al supporto di illycaffè, che curerà anche il video diretto da lei stessa

E la storia continua. Almeno per 'Rompicapo a New York', commedia frizzante nel segno del globalismo a firma di Cedric Klapisch, nelle sale dal 12 giugno. Ovvero per il terzo capitolo della saga...
Di Beatrice Fiorentino

Marina Abramovi„ is present. E torna con una nuova performance intitolata “512 hours”, in calendario dall’11 giugno al 25 agosto alla Galleria Serpentine di Londra, grazie al sostegno della illycaffè. C’è grande curiosità attorno ai contenuti della nuova esibizione della performer serba che ha fatto dell’uso del corpo il suo marchio di fabbrica. Se nel 2010 al Moma di New York, la Abramovi„ sedeva di fronte a chi voleva sostarle davanti per un tempo imprecisato, offrendogli tutta l’intensità del suo sguardo, stavolta le poche notizie che trapelano dicono che l’artista non farà “assolutamente nulla”. “Nothing”, per 512 ore appunto. Sessantaquattro giorni, sei ore al giorno per otto giorni alla settimana, in cui Marina Abramovi„ presterà ancora una volta la sua fisicità a servizio dell’arte, incontrando nuovamente il pubblico, che dovrà però lasciare al guardaroba qualsiasi oggetto possa interferire o essere elemento di disturbo e distrazione: niente zaini, orologi o telefonini, quindi, solo persone, le une con le altre. E neppure sedie o tavoli, la galleria sarà vuota, salvo alcuni oggetti appartenenti all’artista.

«Qualcosa succederà ma non so neanch’io cosa perché si tratta di un esperimento mai fatto prima, è come il primo viaggio sulla luna» - dichiara dalla sua casa a Londra - mentre dalle parole di Carlo Bach, art director della illycaffè che sponsorizza l’operazione, trapela tutta la voglia di scoprire in cosa si tradurrà la nuova impresa della “guerriera dell’arte”, come lei stessa ama definirsi. «Sarà una sorpresa - dice - finché non comincia regna il mistero, ma posso immaginare che Marina farà qualcosa con le persone che entrano a vederla. C’è un’evoluzione rispetto a “The Artist is present”, quella volta la situazione era programmata, mentre qua è totalmente aperta a qualsiasi cosa possa nascere dalla relazione che Marina saprà instaurare con la complicità del pubblico. C’è Marina e c’è la sua capacità di relazionarsi. Non è che questo sia proprio “niente”».

Il connubio arte-caffè, nel gruppo illy, dura da circa vent’anni. E’ infatti dagli anni ’90 che l’azienda triestina sostiene e promuove artisti e mostre internazionali di arte contemporanea, facendo della creatività lo strumento più adatto a comunicare la filosofia del proprio lavoro. E neppure è recente l’amicizia con la Abramovi„, che nel 2002 firmò una delle collezioni delle ben note tazzine.

Puntando a replicare il successo planetario di “The artist is present” (500.000 visitatori di cui 1.400 interattivi), prolungato dal documentario di Matthew Akers, anche stavolta verrà girato un film, sebbene in questa occasione sarà la stessa Abramovi„ a curarne la regia. Sette telecamere saranno opportunamente sistemate, alcune persino addosso al suo corpo, per garantire la pantagruelica produzione di 3584 ore di materiale video a cui si dovrà poi dare una forma. Vista l’imponenza del materiale, Bach anticipa che «con tutta probabilità il film non vedrà la luce prima del 2015». Ma per ingannare l’attesa si potrà comunque seguire il diario delle 512 ore che verrà caricato, giorno per giorno, a partire dal 13 giugno, sul sito www.illy.com, per la gioia di quanti non potranno andare personalmente a Londra per assistere alla performance.

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