Matanić a Piancavallo con il secondo film della “trilogia del sole”

È l’atteso seguito di “Sole Alto” (“The High Sun”), che al Festival di Cannes del 2015 vinse il premio della giuria nella sezione “Un certain regard”. La seconda parte di un’ideale “trilogia del sole” immaginata dal regista croato Dalibor Matanić. Il suo titolo è “Alba” e le riprese, iniziate il 22 ottobre, si stanno ultimando in questi giorni a Piancavallo, per poi proseguire, dopo il 17 novembre, in una località della Croazia dove si girerà per altre due settimane.
Al centro del nuovo film un nucleo familiare. Una storia di dolore, errori, perdono e convinzioni: Matija e la sua famiglia potranno andare avanti solo quando si riconcilieranno con il passato. “Alba”, protagonisti gli attori Tihana Lazović e Kresimir Mikić (foto), è una co-produzione Croazia-Italia, in cui partecipano Kinorama, Ascent Film (che fa il bis in regione dopo “Sembra mio figlio” di Costanza Quatriglio, girato in gran parte a Trieste) con Rai Cinema e il sostegno di Croatian Audiovisual Centre, Mibac, Fvg Film Commission, Croatian Radiotelevision, Eurimages e, come “Sole Alto” sarà distribuito dalla friulana Tucker. «Un film - spiega Gianluca Novel, vice presidente di Fvg Film Commission - che dal primo istante, quando abbiamo incontrato il progetto a “When East Meets West”, ha rappresentato una sfida. Perché Dalibor era alla ricerca di un paesaggio montano non convenzionale, voleva la nebbia, un’atmosfera e una luce particolare, che finalmente ha trovato in questo luogo isolato e non facilmente accessibile».
«Come in “Sole Alto” - racconta Matanić sul set - anche in “Alba” ho intenzione di contrapporre gli istinti umani più alti a quelli più bassi. Nel mio precedente film erano l’amore e l’odio, qui sarà lo spirituale contrapposto al materiale. Ora che il mondo materiale sta arrivando a fine corsa, divorando se stesso, è importante ritrovare una spiritualità, se vogliamo salvarci. Una spiritualità che possa andare oltre la religione e si realizzi nelle relazioni umane e nella pace interiore degli individui. “Alba” è ambientato in un futuro vicino, con nuovi estremismi alle porte, in un punto in cui la Storia sembra ripetersi ancora, anche se il vero conflitto è interno ai personaggi. Con questo film spero di riuscire a spostare qualche confine, a fare un’opera sperimentale. Ma soprattutto a dimostrare che l’amore vince sempre. In un mondo che non ha il coraggio di confrontarsi con se stesso abbiamo bisogno di un atto cinematografico sullo spirituale come unica via d’uscita per evitare l’autodistruzione della civiltà» —
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