Rocco Schiavone, si gira a Cividale

Una puntata intera della serie televisiva con Marco Giallini sarà realizzata in Friuli dal 27 novembre al 3 dicembre
Il vicequestore Rocco Schiavone verrà a indagare anche in Friuli Venezia Giulia: una puntata intera della prossima serie tv interpretata da Marco Giallini, e tratta dai romanzi di Antonio Manzini editi da Sellerio, sarà infatti ambientata a Cividale del Friuli e nella valle nel Natisone. Lo scrittore, autore anche della sceneggiatura della serie, l’aveva già annunciato durante la scorsa edizione di Pordenonelegge, ma adesso le date sono ufficiali: «Le riprese saranno effettuate dal 27 novembre 3 dicembre. È una soddisfazione avere di nuovo sul territorio una serie importante dopo “La porta rossa”», annuncia Federico Poillucci, presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission. Marco Giallini sarà presente per tutta la settimana, mentre il regista Giulio Manfredonia e la scenografa Francesca Passadore sono già stati ospiti in regione la settimana scorsa per i sopralluoghi, trovando tutte le location che cercavano.


«L’episodio sarà girato in un bar a Cividale, sul classico Ponte del Diavolo e, con la straordinaria collaborazione del Comune di Cividale, anche alcuni uffici appunto del comune che saranno trasformati in commissariato. Le altre riprese saranno effettuate nella parte bassa delle Valli del Natisone, a San Pietro al Natisone, soprattutto per le strade per alcune scene di inseguimenti e in un casale abbandonato». Perché nella puntata girata in regione ci sarà una vera e propria caccia all’uomo: come scrive Manzini nel suo ultimo romanzo, “Pulvis et umbra”, Schiavone finisce a Cividale per inseguire Enzo Andrea Baiocchi, evaso dal carcere e in fuga verso la Slovenia. Parte della troupe inizierà la preparazione già a partire dal 6 novembre, con l’aiuto delle maestranze locali, mentre il 7 novembre verrà valutata la richiesta di finanziamento del Film Fund regionale avanzata dalla produzione, la Cross Production per Raifiction.


Il regista Giulio Manfredonia conosce già bene il territorio: nel 2008 ha girato a Pordenone il film “Si può fare” con Claudio Bisio e Anita Caprioli, ispirato alla storia vera della cooperativa Noncello che negli anni ’80 dava lavoro ai malati psichiatrici, come tante altre cooperative sorte dopo la legge Basaglia. E anche i luoghi scelti per la serie non sono nuovi al cinema: Marco Bellocchio aveva girato anche a Cividale “La bella addormentata”, mentre molte sequenze clou di “Un bacio” di Ivan Cotroneo sono ambientate proprio sulle rive del Natisone.


L’arrivo di Rocco Schiavone in Friuli è un passo importante per la visibilità della regione: la serie di Manzini è un vero e proprio exploit, sia letterario che televisivo. La prima stagione, andata in onda su Raiuno, ha registrato una media di 3 milioni e trecentomila spettatori a puntata.


A piacere è proprio il personaggio di Schiavone, vicequestore scorretto, misantropo, dall’ironia tagliente, che è stato trasferito da Roma ad Aosta per motivi disciplinari. È un tipo dai modi poco ortodossi, umanissimo anche nei suoi difetti, un tipico antieroe segnato dall’assassinio della moglie (Isabella Ragonese), che continua però ad apparirgli come una visione.


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