Scarlet Johansson è la Black Widow allevata da amazzone della morte

In sala una nuova puntata della serie degli “Avengers” 
P.l.

la saga

Marocco, Norvegia, Budapest,… un mix di immaginario esotico e spionistico delle avventure alla James Bond caratterizza fin dall’inizio questa nuova puntata della saga degli “Avengers”, in bilico costante fra nostalgia vintage e postmoderno action movie. E infatti, subito dopo il prologo, ecco la protagonista Scarlett Johansson (Black Widow), che guarda in tv il vecchio 007 “Moonraker” ripetendo a memoria le battute.

Ma qual è il passato di Natasha Romanoff, alias Black Widow/Scarlett Johansson? Chi ha lasciato alle spalle, ma soprattutto chi l'ha resa una spia d'acciaio? Il lato oscuro delle sue molte vite è ora tutto in questo film di Cate Shortland, che appassionerà di sicuro i fan degli Avengers che avevano amato il personaggio fin dalla prima apparizione nel 2010 in “Iron Man 2”. Tutto parte nel 1995 in Ohio - per quanto valga il tempo “multiverso” nel mondo Marvel - quando Natasha bambina dimostra già il suo carattere fuggendo con la sua singolare famiglia a Cuba, per allontanarsi dalle forze oscure che la vorrebbero morta. Con lei il padre, Alexei Shostakov o Red Guardian (David Harbour), la madre, Melina Vostokoff (Rachel Weitzs), e una problematica sorella, Yelena Belova (Florence Pugh), la terza Vedova Nera. Ma nel film, tutto declinato al femminile, anche per quanto riguarda i combattimenti, a emergere è il passato solitario di questa ragazza allevata nella Stanza Rossa, dove vengono cresciute per diventare spie solo ed esclusivamente le “amazzoni della morte”, con le quali Black Widow deve vedersela. —



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