Søren Bebe, il grande jazz venuto dal freddo

TRIESTE. La XIII edizione de “Le Nuove Rotte del Jazz”, festival organizzato da Controtempo con la direzione artistica di Eduardo Contizanetti, porta a Trieste un'anteprima assoluta: per la prima volta in Italia, dalla Danimarca arriva il Søren Bebe Trio, in concerto a ingresso libero all’Auditorium del Revoltella domani alle 20.30. Capitanato dal pianista e compositore Søren Bebe, classe 1975 - uno dei principali giovani pianisti contemporanei -, il trio è completato da Anders Mogensen alla batteria e Kasper Tagel al contrabbasso. «A Trieste – anticipa Bebe - eseguiremo alcuni brani nuovi di zecca, ma per lo più canzoni dai nostri due precedenti album. E forse qualche standard». Il trio è costituito da alcuni tra i musicisti più impegnati della scena jazz danese. «Il batterista Anders Mogensen - continua Bebe -arriverà direttamente dalla Cina dove è stato in tour con il sassofonista americano Dave Liebman e siamo appena stati scelti per un progetto danese-tedesco, “Danish Vibes” in programma nei prossimi anni».
«È la prima volta che suoniamo in Italia – riprende Bebe - e non vediamo l'ora. Ho sentito tante belle produzioni. Ascolto molto Enrico Pieranunzi: il suo album "Silence" con Chet Baker è tra i 10 cd da portare su un'isola deserta. Anche Stefano Bollani è molto conosciuto in Danimarca. Ho ascoltato molto pure Ludovico Einaudi. E Morricone, il Maestro. La scena jazz danese è piena di nuove idee forse perché siamo una società abbastanza ricca, dove immagino faccia meno paura sperimentare. Abbiamo anche una cultura molto aperta: forse deriva dal fatto che siamo un paese con solo 5,5 milioni di abitanti».
La musica di Bebe è un mix tra jazz, rock e classica: «Sono cresciuto - afferma - suonando e ascoltando rock: Europe, Bon Jovi e Toto. Solo a 16 anni ho scoperto John Scofield, Oscar Peterson e Stan Getz. Da studente di pianoforte alla Royal Academy of Music di Aarhus ho iniziato a prendere lezioni di jazz. Mi capita spesso di tornare a questi studi per migliorare e sviluppare la mia tecnica. Quando si tratta di musica sono sempre molto aperto. I principali elementi da cui sono attratto sono melodia, onestà e integrità. Amo sia Glenn Gould che Mozart che Joni Mitchell. Ma ho anche un debole per rock, country, gospel, tango e qualche nuova produzione minimalista. Così quando compongo e suono, credo esca una miscela di tutto questo. A mio parere è l'essenza e la grandezza del jazz». «La mia musica - prosegue Bebe - è spesso paragonata a quella di Esbjorn Svensson o di Tord Gustavsen. Sono un grande fan di entrambi, ma in realtà ho iniziato ad ascoltarli piuttosto tardi: mi hanno influenzato di più Keith Jarrett, Paul Bley, Aaron Parks». Dopo il tour, un nuovo cd: «Entreremo in studio a settembre per registrare il quinto album, che uscirà a inizio 2016. Sto scrivendo un sacco di musica nuova e ci stiamo preparando per i concerti del Copenhagen Jazzfestival. Sono molto orgoglioso di quest'album sia musicalmente che per il titolo: "Eva" è il nome di mia figlia minore».
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