“Spotlight”, 70 preti pedofili inchiodati dal Boston Globe

ROMA. Seicento articoli, 1000 casi di bambini vittime di abusi sessuali e psicologici, 70 preti pedofili, una storia che comincia decenni prima e che viene fuori solo nel 2002 con uno scandalo mondiale dovuto alla super inchiesta del Boston Globe. Il pool di giornalisti investigatori, che lavorano insieme in una newsroom intitolata Spotlight, tenaci, senza fretta, testardi, a schiena dritta, coraggiosi, vince il Pulitzer. Più o meno un caso Watergate sulla omertosa chiesa americana in fatto di pedofilia. E esattamente come fu per l'inchiesta di Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post, la bella lezione di giornalismo come si deve arriva al cinema: è Il Caso Spotlight, in sala da oggi e carico di aspettative agli Oscar, avendo sei nomination tra cui miglior film e miglior regista.
Il film diretto da Tom MacCarthy e con un gran cast in cui spiccano Michael Keaton, Mark Ruffalo e Stanley Tucci, accolto con successo, arriva in Italia presentato il 23 gennaio da Michael Keaton e Walter Robinson (il giornalista del Boston Globe da lui interpretato nel film). Una tappa promozionale non casuale visto che molti sono i rimandi al Vaticano e a certe scelte sullo scandalo dei preti pedofili in un film teso e avvincente che ricorda anche nei ritmi e nel modo di girare “Tutti gli uomini del presidente” con Hoffman e Redford e va ad aggiornare di diritto la lista di film belli e credibili sul giornalismo d'inchiesta.
I colleghi del pool di Spotlight, cani sciolti del Boston Globe, lavorano senza orari e senza l'incubo del pezzo del giorno dopo, martellano le fonti, consultano i documenti, bussano alle porte di probabili testimoni in un giogo concentrico che vuole, da un singolo caso di denuncia di molestie, capire se c'è un sistema più grande, un coinvolgimento di istituzioni, un'omertà colpevole. E scoprono tassello dopo tassello nel corso di mesi tutto questo e oltre, compresi documenti pubblici secretati contro le leggi, accordi sottobanco con l'arcidiocesi di Boston e soprattutto, cosa che ha creato scandalo mondiale, la copertura colpevole del cardinale di Boston, Bernard Law, che sapeva da sempre e comprava i silenzi spostando i preti pedofili da una parrocchia all'altra o mettendoli in malattia. Michael Keaton è il caporedattore della sezione Spotlight, Stanley Tucci l'avvocato armeno che difende le vittime, Rachel McAdams una giornalista appassionata e compassionevole, mentre Mark Ruffalo è il cronista mastino. Liev Schreiber interpreta il neodirettore del giornale. È ebreo, viene da Miami, di Boston ha solo la mappa per orientarsi e alla prima riunione spiega cosa vuole dai suoi: rendere il giornale indispensabile ai lettori con inchieste e approfondimenti. Era il 2002, Internet c'era e aveva già capito tutto.
Riproduzione riservata © Il Piccolo