“Storie di corallari”, i folli eroi della corsa al tesoro degli abissi
La storia della pesca al corallo nel Mediterraneo occidentale è un’epopea che non solo affonda le radici nell’antichità, ma è ricca di personaggi e vicende al limite della leggenda. Scendere nelle profondità marine per pescare il preziosi corallo è un mestiere a tutt’oggi pericoloso, ei chi lo esercita diventa per forza di cose una specie di eroe fuori dagli schemi. Raccontare le storie dei corallari, dunque, “è come compiere un viaggio nell’Avventura con la a maiuscola, dove la realtà è più affascinante di ogni fantasia”. Lo scrive Ninni Ravazza, giornalista e scrittore, egli stesso corallaro, socio fra l’altro dell’Historical Diving Society, in apertura del suo libro “Storie di corallari - Le avventure degli uomini che hanno sfidato l’abisso” (Magenes, pagg. 254, euro 25), una raccolta illustrata di ritratti e vicende nel mare di Sicilia tra gli anni Settanta e i nostri gorni.
Partendo dalla storia della pesca al corallo nel Trapanese, ricordando le opere d’arte senza tempo nate dal lavoro dei maestri artigiani, come la “Montagna di Corallo” donata nel 1570 al Vicereà di Sicilia al re Filippo II di Spagna, che comprendeva novanta pezi scultorei rappresentanti la vita di Gesù, l’autore arriva presto a tessere la storia e le storie degli uomini e delle donne impegnati in particolare sul Banco Scherchi, una specie di enorme torre sommersa che dagli abissi del Canale di Sicilia si innalza fino a trenta centimetri dalla superficie del mare, a settantacinque miglia dalle coste siciliane e quaranta dal Capo Bon di Tunisia. Qui negli anni dal 1978 all’80 i sommozzatori pescarono quasi tutto il corallo rosso del Mediterraneo, su fondali che non conoscevano l’inquinamento né lo sfruttamento, un paradiso ricco e profondo pieno di vita. Era una specie di Klondike sommerso che attirava frotte di cercatori dell’oro rosso, pronti a sfidare profondità vertiginose. Ravazza ripercorre le loro avventure, dove ricorrono i nomi - senza dubbio sconosciuti ai più - di Elvo Malaguti, Giorgio Ardizzone, Chicco Maltese e molti altri. Avventure che arrivano fino alle acque del Marocco, e che vedono protagoniste anche le donne. Come Anne, una bellissima ragazza che nel 1979, in piena corsa all’oro rosso, arriva dalla Francia con il suo ragazzo per partecipare all’avventura, e racconta di immersioni fino a ottanta metri di profondità in acque gelide e con correnti fortissimme, tappe di decompressione di un’ora, condizioni meteo imprevedibili. Non mancano nella pagine di Ravazza le tragedie, le malattie da embolia, i corpi segnati dalla profondità. Ma nulla sembra scalfire il ricordo di quelle emozioni, “quando si scivolava veloci nel mondo del silenzio, seguendo il filo candido del pedagno che come un arcobaleno di luce guidava verso il tesoro nascosto laggiù, la pianta dell’eterna giovinezza, quella che fa brillare gli occhi di chi l’ha vista anche una sola volta nella vita”. —
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